tram e trasporto pubblico a Roma |
3 dicembre. Almeno è quello che dicono: avrebbero dato il via alla costruzione di una linea di tram su gomma (uno pseudonimo per indicare una specie di filobus che dovrebbe essere automaticamente guidato da una rotaia posta nel manto stradale, una invenzione francese) tra Tor de' Cenci e l'Eur, come risulta da "Il Messaggero" del 3 c.m., che illustra con dovizia di particolari il nuovo e rivoluzionario mezzo di trasporto urbano detto TVR (Transport sur Voie Reservé, un termine che si può invero applicare a qualsiasi tram in sede propria) e ci racconta come lo stesso sia da tempo in funzione in numerose città della Francia. Eccone un estratto.
Dall’Eur a Tor de’ Cenci in venticinque minuti a bordo della prima tranvia su gomma: tre carrozze, tre metri di lunghezza, una capienza di 150 passeggeri e un impatto ambientale bassissimo. Una sorta di incrocio tra il tram e il bus, che viaggerà su un’unica rotaia. Ma dalla quale potrà svincolarsi per proseguire come una comune navetta elettrica. Se tutto fila liscio debutterà fra tre, al massimo quattro anni.
A parte che resta da vedere come 150 passeggeri possano entrare in un veicolo lungo tre metri, sembra che gli ingegneri della STA (ai quali pare debba essere aggiudicata la palma per una si' grande idea) ignorino che le "numerose" città che in Francia avrebbero adottato il TVR si riducono ad una, Nancy, dove il così detto tram su gomma ha dato una prova semplicemente fallimentare. Entrato in funzione l'11 febbraio 2001, con gran battage pubblicitario e gloria alle realizzazioni della "Grand Nation", il 6 e il 10 marzo dello stesso anno due gravi incidenti dovuti a svio obbligarono il prefetto di Nancy a sospenderne l'esercizio. La linea restò chiusa per circa un anno per l'esecuzione di studi e modifiche, dopodichè riprese il servizio il 13 marzo 2002; seguirono però altri svii (il primo avvenuto il 30 maggio), fino a che nel novembre 2002 due successivi svii avvenuti i giorni 16 e 18, dei quali il secondo sembra di particolare gravità, ne obbligarono nuovamente la sospensione. Dopo due settimane il servizio è ripreso e siamo ora in attesa del prossimo incidente. Questo è il sistema che i nostri amministratori hanno proposto per Roma; ma tanto tutto resterà, come al solito, allo stato di chiacchiere (per fortuna, una volta tanto).
Per maggiori notizie sul così detto tram di Nancy si veda su http://www.lrta.org alla sezione News.
8 ottobre. Sembra che finalmente ci si decida per la costruzione di un nuovo deposito tramviario. Almeno questo è ciò che pare di capire da uno dei soliti proclami del comune, scritto con l'usuale prosopopea e infarcito di chiacchiere di contenuto nullo. Eccone un brano.
Il cinodromo di viale Marconi passa all'Atac. Lo storico impianto che ha visto correre centinaia di levrieri sarà acquistato dall'azienda che muove il trasporto pubblico della Capitale che lo trasformerà in un maxideposito per bus elettrici e tram: un vero e proprio "polo per l'elettrico" che consentirà numerose evoluzioni sopratutto sul servizio su rotaia. Un progetto che vede come protagonisti diretti l'assessorato al patrimonio, quello al lavoro e la delegata del sindaco per i diritti degli animali Monica Cirinnà...
In povere e più significative parole sembra quindi che l'area del cinodromo a viale Marconi (una istituzione che non è mai servita a niente di utile e che non ha assolutamente niente di storico) sarà utilizzata per costruire un deposito per i tram, anche se invece che di "deposito" si deve parlare di "polo elettrico" e di "evoluzioni sul servizio su rotaia" (quali evoluzioni saranno condotte sul servizio su rotaia?). Oltre a ciò ci assicurano che i diritti degli animali saranno rispettati; la cosa ci consola perchè, visto che il diritto dei cittadini ad avere un servizio di trasporto pubblico funzionante non è mai stato rispettato, almeno sarà rispettato un qualche diritto degli animali...
Ma a parte il polo, le evoluzioni e gli animali, è chiaro che occorrerà anche costruire un binario di raccordo all'attuale rete ed anzi già si prevere l'istituzione di una linea 8bis (speriamo che sia solo un modo di dire, che non mettano anche i "bis" sulle tabelle); staremo a vedere, ma non è difficile prevedere che tutto finirà in niente. Come sempre.
8 agosto. ...ad essere allarmati dalla situazione del tram a Roma. Su "Il Giornale" del 2 u.s. è apparso un articolo che, anche se con qualche inesattezza, non fa altro che ripetere alcune considerazioni più volte esposte su questo sito e su altre pagine ad opera di appassionati del trasporto. Il presidente dell'ATAC ha risposto con alcune correzioni, aggiungendo che i due tram da 40 m saranno sottoposti ad omologazione ad ottobre. Veramente, per quanto ne sappiamo, i due tram (che sarebbero poi le 9217 e 9218 a nove elementi, che non sono mai apparse in esercizio) giacciono da tempo nelle officine centrali, oramai quasi del tutto cannibalizzati; come faranno ad omologarli e perchè poi, visto che non sembra siano in grado di circolare sulla rete...
6 agosto. Il 4 u.s un gruppo di appassionati ha noleggiato uno degli ultimi Fiat 418 dell'ATAC per un giro nostalgico. Purtroppo la lodevole iniziativa è stata presa in un periodo in cui molti di noi sono assenti: speriamo che sia ripetuta in autunno e che alla stessa tenga seguito un analogo giro effettuato su un tram.
12 luglio. Dal Sole 24 Ore del 10 u.s.: "A Roma 30 filobus ungheresi"; il giornale ripete la solita storia della meravigliosa e tecnicamente avanzata linea filoviaria che si prepara per Roma, delle dieci linee, ecc., ponendo ovviamente l'accento sul noto fatto che i nuovi filobus saranno in grado di fare 13 km in marcia autonoma.
Su un giornale di Budapest (notizia ricavata dal sito web del giornale) si dà notizia che Ganz Transelektro Group (che tra l'altro si è ricomprata la parte già della Ansaldo e che quindi è completamente ungherese) ha vinto la gara per la linea di Roma, che i trenta filobus articolati saranno costruiti su telaio polacco (che dio ce la mandi buona!) ecc. ecc., ma, vedi caso, non si fa accenno alla faccenda dei 13 km autonomi.
Qui nasce un sospetto. La faccenda dei 13 km sembra essere nata dalla proibizione, posta dalla Sovraintendenza antichità ecc., di installare il bifilare oltre porta Pia: quindi da porta Pia alla stazione i filobus dovrebbero marciare autonomamente. Supponendo per assurdo che veramente il filobus si costruisca, quando la marcia autonoma verso la stazione si sarà rivelata una chimera, che cosa si farà? Semplice: il nuovo filobus si arresterà a porta Pia, donde una linea con moderni e veloci autobus porterà alla stazione.
14 giugno. Bellissimo, il titolo di un articolo in cronaca sul Messaggero di oggi: BENTORNATO FILOBUS ORA LIBERACI DALLE ROTAIE DEL TRAM (come dire: liberaci dal male).
Dopo una delle usuali sviolinate sul passato e su come era bello il filobus (dimenticando la campagna di stampa per la sua eliminazione condotta negli anni '60), dopo qualche ancor più usuale e banale critica alla rotaia e al solito 8 e dopo qualche altra scemenza tipo
chissà se i tram, un po' verdi e un po' arancione, diventeranno rossi di invidia per il ritorno del concorrente che odia sferragliare sulle rotaie (bellissimo il filobus che odia sferragliare)
l'esimio articolista ci informa che il primo filobus farà servizio da Monte Sacro a Termini e che al primo (vorrebbe dire alla prima linea) ne seguirà una decina, che
oltre al vantaggio del silenzio, che non sputa gas di scarico, avranno pure quello del risparmio. I nuovi filobus, così grandi e grossi, potranno marciare anche a batteria, come i pulmini ecologici (sublime concetto quello del silenzio che non sputa).
Invitando chi legge queste note a non perdersi l'aulica prosa del nostro giornalista, ci soffermiamo invece un attimo sulla faccenda.
La reintroduzione del filobus a Roma è cosa oramai vecchia di decenni e nulla ha mai seguito le solite iniziali roboanti dichiarazioni e promesse. Nel 1999 si parlò della trasformazione in filobus della linea 80, poi la linea da convertire divenne la 90, mentre una prima gara indetta nel 2000 non ebbe seguito, pare per le assurde e irrealizzabili richieste del capitolato (in particolare la marcia autonoma per 6 km) che portarono al presentarsi di un'unica ditta, la Ganz Transelektro di Budapest, con conseguente annullamento della gara stessa.
Ora, da altra fonte, sembra che non solo l'attuale gara sia stata vinta ancora dalla stessa ditta (ma se è vero che la gara è stata vinta, deve pur esserci stato un secondo concorrente; chi sarà?), ma che nel capitolato sia stata prescritta la marcia autonoma per 13 (diconsi tredici) km. Prodigi della tecnica: ieri 6 km non erano raggiungibili, oggi 13 km si raggiungono con facilità (ma è nostra personale convinzione che con marcia autonoma, per un veicolo da 18 m, non si possa andare oltre 2 o 3 km).
Ma anche il fatto delle dieci future linee di filobus non è nuovo, dato che ci fu annunziato dal solito Di Carlo già nel 2000, mentre ancora nel 2001 lo stesso personaggio tornava sull'argomento; solo che ora dette linee si precisano e sono la 451 che non esiste, essendo un tram tangenziale mai realizzato (tra l'altro, perchè per una linea tangenziale ultraperiferica, tutta in sede propria, si dovrebbe utilizzare il filobus? Sorge il sospetto che i nostri nemmeno conoscano il tracciato della progettata 451) e le 163, 492, 60, 30, 80, 765 e 31.
Seguita, il nostro articolista, con le esattissime previsioni che ci dà il Veltroni sulla riduzione di inquinamento atmosferico che seguirà all'attivazione del filobus 90: in un anno avremo 2140 t di anidride carbonica, 1,7 t di polveri e 34,4 t di ossido di azoto in meno (i valori devono ritenersi esatti fino al primo decimale). Seguono dati sui finanziamenti e chiude l'articolo un riferimento ad un non ben definito Sogno dell'ATAC: sì, si tratta proprio di un sogno.
Una previsione del sottoscritto: non un metro di bifilare sarà installato a Roma.
15 maggio. ...è costituito dalle ultime cinque motrici Socimi che, si dice pronte da parecchi mesi alle off. Fiore di Caserta, non sono ancora state consegnate. Prima si raccontava che l'ATAC non aveva posto per parcheggiarle (il che, se vero, mostra ancora una volta come sia gestito il servizio pubblico a Roma); adesso, con l'inopportuna demolizione di buona parte delle PCC, il posto nel deposito dovrebbe esserci. Ma delle Socimi ancora nessuna traccia.
6 aprile. È stato sostituito l’armamento tra la fermata Alessi e Ponte Casilino con nuove rotaie UNI36 montate su traverse di calcestruzzo Vigneux con tiranti in acciaio.
In alcuni tratti tra la fermata Alessi e la stazione di Centocelle (tratta sottoposta a pesanti cure di ammodernamento nel 1995) è stata eseguita la smerigliatura delle rotaie e la posa di nuova ghiaia.
Nella tratta Centocelle-Torrenova si sta procedendo alla sostituzione di alcuni tratti di rotaie e di traversine, quest’ultime sempre in legno Uno dei sei nuovi rotabili e precisamente l'ET831 è entrato in regolare servizio. (P. Dadderio) |
7 marzo. La situazione tram è sempre precaria. Sembra che delle 30 motrici gruppo 9200 fin'ora arrivate, ne siano in circolazione non più di dieci, le restanti essendo ferme per guasti più o meno seri. Queste motrici seguitano ad essere inaffidabili a causa dei difetti nei circuiti di controllo, zeppi come al solito di inutile elettronica e computeristica, fonte di guasti l'eliminazione dei quali sembra non essere alla portata del normale personale di officina. Anche la struttura meccanica delle vetture pare lasci molto a desiderare, anzi si dice che una di esse si sia letteralmente piegata in corrispondenza di una articolazione.
L'ATAC ha interrotto il piano di demolizione delle PCC, undici delle quali, delle ventidue originali, restano in servizio, insieme a qualche MRS.
Se non fosse che noi cittadini siamo i primi a soffrire di una tale situazione, ci sarebbe da dire (nei riguardi dell'ATAC) "Ben gli sta!": avevano iniziato con le 9100 che si sono rivelate macchine ottime, ma no, sono dovuti passare al piano completamente ribassato, unicamente per seguire la moda.
Home Page | indice notizie |
rev. 04/01/20