tram e trasporto pubblico a Roma

Immagini e ricordi di autobus

Gli autobus chiesa

di M. di Pietrantonio


Assunta (1952), Immacolata (1954), Teresa di Gesù Bambino (1959).

Da una mostra allestita da Patrizio Castelli per conto di InBUSClub. Nel 1950, in occasione del giubileo, papa Pio XII lanciò un appello per non lasciare nell'abbandono spirituale la periferia di Roma, in particolare le borgate ancora sprovviste di chiese. Tra le iniziative intraprese per migliorare l'assistenza religiosa, e non solo a Roma, ci fu quella di suor Maria Oliva Bonaldo (1893-1977) fondatrice della congregazione delle Figlie della chiesa, all'epoca impegnate nell'apostolato alla Cecchina. Si pensò di portare le chiese nelle borgate piuttosto che i loro residenti alla chiesa attraverso degli autobus appositamente allestiti. L'idea delle "chiesette viaggianti", come le aveva chiamate, venne proposta inizialmente alla carrozzeria Bianchi. L'intraprendente religiosa acquistò dalla Fiat un autotelaio 642 e lo portò alla carrozzeria Bianchi di Varese, dove venne elaborato il progetto di una cassa dalla forma sobria, non derivata da altri veicoli dell'epoca, che nel frontale a campate e nei finestrini arcuati richiamava l'architettura di una chiesetta di campagna.

All'interno erano sistemati dei sedili che potevano trasformarsi in inginocchiatoi e in un fondo un confessionale e un piccolo altare con ambone laterale; carrozzato dalla Bianchi con un motore Fiat da 55 CV, fu chiamato Assunta e utilizzato nelle periferie romane a partire dal 1952. Fu seguito da altre due vetture: Immacolata, un secondo 642 nel 1954, e Teresa di Gesù Bambino, un OM Tigrotto nel 1959, sempre carrozzati dalla Bianchi.


Interno e confessionale*.

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* Per le pie donne bisognose di confessare i peccati della carne (nota del webeditor).


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rev. A 30/03/21