tram e trasporto pubblico a Roma
Rotabili dei tram dei Castelli
I carrelli dei rotabili extraurbani
Anno 1906
Entrano in servizio i dodici rotabili con cassa a due piani (le imperiali) numerati 10-21 (success. 41-52), 8 motrici e 4 rimorchi; motrici e rimorchi hanno carrelli identici di tipo Böker HB233, corrispondenti ai Brill 27-G (probabilmente costruiti su licenza) con due stadi di sospensione, il primo con molla a balestra (1) sotto la traversa oscillante e molle di graduazione ad elica (2), il secondo con molle a bovolo (3) sulle boccole.
Carrello della motrice 42.
Entrano in servizio 10 motrici a carrelli monomotorici, 60-69; i carrelli sono di costruzione e brevetto Böker e sono equipaggiati di un solo motore che aziona un asse tramite una coppia di ingranaggi, mentre il secondo asse è azionato dal primo tramite una trasmissione a bielle bilaterali esterne alle boccole. Insieme alle motrici sono acquistati sei rimorchi a quattro assi con identica cassa, 160-165, dotati di carrelli portanti Böker.
Carrelli motore e portante Böker.
Sembra che il carrello in oggetto sia stato inventato dall'ing. Spagnuolo, direttore della STFER nel 1912 e costruito a richiesta dalla H.H. Böker di Remscheid, che ne avrebbe preso il brevetto in Italia. Lo scopo propostosi dall'ideatore del carrello è di utilizzare tutto il peso della vettura come peso aderente pur impiegando un solo motore per carrello; la ralla è spostata verso un assale per dare maggiore spazio ad un motore che può così essere di maggiori dimensioni. I dati del carrello sono: interasse 1500 mm, distanze della ralla dall'asse motore 930 mm e dall'asse portante 570 mm. La sospensione è a due stadi; la traversa poggia su quattro doppie molle a balestra, trasmettendo la pressione ai longheroni del carrello attraverso quattro molle a bovolo che poggiano sulle boccole. Le bielle, equilibrate, sono esterne e i manicotti che portano le manovelle sono pressati a caldo sui fusi. Con ruote di 838 mm di diametro e scartamento 1445 mm i carrello senza motore pesa 2900 kg circa.
Come il tutti i carrelli nei quali i due assi sono collegati da una trasmissione rigida, nel caso in esame la biella, le inevitabili differenze di diametro delle ruote portano a slittamenti e prematura usura dei cerchi; sarà stato forse questo uno dei motivi della sostituzione di questi carrelli verso il 1920.
Anno 1913
Una ulteriore fornitura di motrici a carrelli, le 70-77, adotta invece carrelli ancora di costruzione Böker con due stadi di sospensione, il primo con molla a balestra sotto la traversa oscillante e il secondo con molle a spirale. Verso il 1920 anche i carrelli delle 60-69 sono sostituiti da carrelli di questo tipo.
Carrelli Böker delle motrici 63 e 75
Sui carrelli di alcune motrici, apparentemente a caso entro i gruppi 60 e 70, si trova un ammortizzatore ad attrito (a) inserito in parallelo alla sospensione.
Carrelli Böker con ammortizzatore sulle motrici 74 e 70
Anni 1931 e seguenti
Entra in servizio l'ultimo materiale extraurbano, con la fornitura di 8 motrici (81-84, 91-94) e otto rimorchiate (281-284, 291-294). Motrici e rimorchiate sono equipaggiate con carrelli su brevetto Carminati a due stati di sospensione, il primo con molla a balestra e il secondo con molle ad elica.
Carrelli Carminati su motrice 84 e rimorchiata 284.
Quattro motrici del gruppo 60 (61, 62, 64, 66) e cinque rimorchi (161-165) sono ricostruiti con nuova cassa; le motrici sono dotate di carrelli Böker (con ammortizzatore quelli della 66), mentre le rimorchiate mantengono i loro carrelli originali.
Carrello Böker sulla motrice 66.
Motrice 79
Solo di recente è apparsa l'immagine di una motrice 79, al di fuori quindi del gruppo 70-77, equipaggiata con carrelli Böker HB233.
Un carrello della motrice 79.
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rev. A2 08/07/20