tram e trasporto pubblico a Roma
Perle della letteratura sul trasporto pubblico
G. Pagnotta. Dentro Roma. Storia del trasporto pubblico della capitale, 1900-1945 (2012).
A due anni dalla sua comparsa ci è capitato tra le mani il volume in
oggetto, opera dell'autrice di Roma in movimento
del 2003. Il titolo del libro promette un po' troppo, visto che la storia del
trasporto a Roma è trattata solo dal punto di vista giuridico-amministrativo-politico;
il libro è chiaramente basato su documenti aziendali e, nonostante la sua eccessiva
prolissità, può essere di valido aiuto agli interessati a questi argomenti.
Di ogni notizia fornita è immediatamente dato, in nota, il riferimento
bibliografico e in tal modo l'A. si mette al sicuro da eventuali errori; fino ad
un certo punto, almeno, visto che la funzione dello storico non è la semplice
esposizione di fatti, ma soprattutto l'interpretazione degli stessi. Le notizie dubbie che si
trovano nel libro sono parecchie e ne segnaliamo qui di seguito qualcuna
iniziando da quelle di carattere tecnico, alla quale seguiranno quelle di
carattere amministrativo.
- Pag. 13
...impiego di sistemi diversi dal filo aereo, che furono
inizialmente la conduttura di corrente sotterranea...
A Roma non è mai stato utilizzato, nemmeno in esperimento, alcun
tipo di presa di corrente sotterranea; è stato solo sperimentato un
sistema a plots superficiali.
Sembra che una presa di corrente sotto una rotaia di corsa sia stata
utilizzata dal Cattori nelle sue prove in villa Borghese, ma la cosa è tutta
da dimostrare.
- Pag. 15
...la Roma Civita Castellana... con trazione in parte elettrica e
in parte a vapore... nei giorni festivi funzionava anche con l'aggiunta
dei rimorchi.
La linea in oggetto non fu mai esercitata vapore, se non per qualche
corsa di prova; quanto ai rimorchi, questi
erano ovviamente sempre impiegati almeno sulla tratta extraurbana.
...da Roma partivano quattro tranvie interamente extraurbane. Le linee
Roma-Albano-Anzio-Nettuno e Roma-Marino Castel Gandolfo... La Roma-Viterbo... La
quarta era la tranvia a vapore Roma-Tivoli.
Delle linee citate solo la Roma-Tivoli era una tramvia; le altre erano ferrovie,
non certo tramvie extraurbane. Invece l'A. dimentica, tra le tramvie, la
Portonaccio-Ciampino-Marino e le tramvie dei Castelli.
- Pag. 16
In nota: V. Formigari - E. Timarco. I trasporti pubblici di Roma.
Per il webeditor è certo un onore essere, anche se erroneamente, associato ad Elina Timarco, la
defunta moglie del compianto amico Muscolino, autore con la consorte del libro in oggetto.
- Pag. 17
...lunghezza [delle motrici SRTO] di 8,50 m; ...questa seria tara ingegneristica [interasse 1800 mm]
era stata aggravata dall'errore di aver adattato piattaforme di estremità per sfruttare al massimo lo spazio...
La lunghezza delle motrici SRTO a terrazzini e torpediniere era di 7800
mm e non di 8500. Il significato del passo seguente non è chiaro: chi aveva
"adattato" le piattaforme? la SRTO? o il costruttore?
I tram della capitale, inoltre, avevano dimensioni troppo grandi per le
piccole strade della Roma rinascimentale e barocca...
In altre parole, i tram dovrebbero essere costruiti in base
all'architettura della città nella quale faranno servizio; in quanto
definire troppo grandi le carrozzette della SRTO...
In nota: Asse: organo cilindrico che sostiene le ruote poste alle sue
estremità (tante volte il lettore ignorasse cosa è un asse).
Il salvagente era una protesi applicata alla parte anteriore della
vettura... (nessun commento per la protesi).
- Pag. 18
...una caduta di tensione fino a 30 volt, mentre non avrebbe dovuto
oltrepassare i 5 volt.
Per una linea a 500 V, 5 V sarebbero lo 1%; ma ben altra caduta era ammessa sui
fili di contatto.
- Pag. 35
Siemens & Schuchert
Lo storpiare i nomi stranieri è stata sempre una abitudine nazionale: il nome
corretto è Schuckert, non Schuchert; la ditta in oggetto è Siemens-Schuckert, senza la &.
- Pag. 45
Il motore era previsto di potenza adeguata... per gli assi delle
ruote si preferiva il sistema ad assi radiali liberi adottato a Praga...
Qui c'è innanzitutto da osservare che le vetture tramviarie
hanno, di norma, più di un motore e non è quindi corretto citare "il motore" parlando
di un tram, come si farebbe per un autobus. Il "sistema per gli assi delle
ruote" dovrebbe riferirsi al complessivo sala, boccole, ecc., ma mentre gli assi radiali
sono noti a chiunque si interessi di trasporto su
rotaia, alquanto oscuro riesce il termine "liberi".
Una nota dovrebbe chiarire la faccenda:
Asse radiale: organo sostenente le ruote poste alle
sue estremità, che può orientarsi in curva; asse libero: con ruote che girano
folli su di esso, ossia indipendenti l'una dall'altra e dall'asse. Quindi
le nuove motrici municipali avrebbero avuto le ruote folli sugli assi; chissà
come era realizzata la trasmissione del moto... Perché poi riferirsi all'impiego
del sistema in oggetto a Praga, quando già a Roma era stato utilizzato dalla SRTO...
Ancora in nota:
i quattro freni erano: il freno elettrico destinato all'uso normale,
soprattutto nelle discese, ad aria compressa come complemento e riserva, a mano
altrettanto di riserva, e di riserva sulle rotaie azionato elettromagneticamente
o ad aria compressa.
Qui ci si riferisce al sistema utilizzato
nelle prime motrici municipali (le Charleroi), ma la questione è controversa; di
norma il freno di servizio era quello ad aria
compressa, il freno elettrico avrebbe dovuto servire da freno di rallentamento
nelle discese e quello a pattini elettromagnetici (non ad aria compressa) da
freno di soccorso.
- Pagg. 108-109
Con i freni in uso il conducente doveva effettuare tre movimenti...
ecc.
Qui si allude ai controller K10
e BA, ma chi non è un po' addentro alla questione non capisce
niente; oltretutto si confonde, come spesso avviene da parte di chi non ha
conoscenze di trazione elettrica, il freno elettrico reostatico con la
manovra di contro corrente, due cose completamente diverse.
Descrizione dell'incidente
della motrice caduta nel Foro: si accenna al fatto che la vettura non
potesse essere frenata a causa dello scarrucolamento del trolley, il che non è
vero, visto che il freno elettrico (non la controcorrente che, se utilizzata,
avrebbe portato il più delle volte alla distruzione dei motori senza o quasi
effetto frenante) ha un funzionamento indipendentemente dalla presenza o
meno di alimentazione. Si aggiunge poi:
...ma nessuna vettura della SRTO ne era fornita [del trolley ad archetto], dato il suo costo più elevato.
Si pretende che l'archetto, costituito da una semplice struttura in
tubolare di ferro e da uno strisciante in alluminio, sarebbe stato più
costoso di un trolley a rotella, con la puleggia, i cuscinetti di
rotolamento, la presa di corrente strisciante sull'alberino, le molle,
l'asta ecc.. Bellissimo poi che poco dopo, a pag. 111, si inneggia
all'efficienza, per vari motivi, delle reti di Milano, Genova e Bologna,
tutte utilizzanti il trolley a rotella.
- Pag. 112
Fin dal marzo 1906 il sindaco Cruciani
aveva diffidato la Srto dall'acquistare vetture prive di freni elettrici...
Tutte le motrici SRTO erano dotate, fin dall'origine, di freno elettrico
reostatico, anche se per alcune di esse la manovra dello stesso era
tutt'altro che agevole.
...l'Ufficio tecnologico, per l'ordinazione di dieci nuove vetture a
Dresda...
Quando mai sono state ordinate vetture tramviarie a Dresda; forse si fa
confusione con Praga (officine Ringhoffer).
- Pag. 154
...acquisto di 102 motrici in sostituzione delle vecchie a imperiale...
Qui e in altri occasioni (pagg. 162, 189) l'A. indica delle vetture SRTO
"ad imperiale" e di cosa si tratti è chiarito in una nota: I mezzi a imperiale,
detti anche a terrazzino, avevano un secondo piano scoperto, nota che già
di per sé è errata, visto che "terrazzini" sono chiamate le piattaforme di
estremità aperte, che non hanno niente a che fare con un secondo piano scoperto.
In ogni caso sia SRTO che ATM e seguenti non hanno mai messo in servizio vetture
tramviarie ad imperiale, cioè a due piani coperti o scoperti che fossero (la
così detta MRS a due piani del 1936 non era una vettura ad imperiale).
- Pag. 157
...viaggiare sui tracciati Srto, perché il suo aggancio al filo aereo per
l'alimentazione...
Qui e in altre occasioni l'A. parla di "aggancio" della presa di
corrente (rotella o archetto) al filo di contatto; il termine è
assolutamente errato, visto che la presa di corrente è posta a contatto col
filo, senza alcun aggancio, con un accoppiamento rotoidale nel caso del
trolley a rotella e a strisciamento nel caso di quello ad archetto.
- Pag. 167
...motrici nuove, più potenti e con un peso doppio rispetto alle precedenti.
La tara delle motrici antecedenti al 1923 (dovrebbero essere le 6 e 7 moduli)
era 12 t e dovremmo quindi avere delle vetture di 24 t (!); in realtà le
successive motrici ad 8 moduli pesavano solo 12,5 t.
- Pag. 169
...la sabbia da utilizzare alla bisogna per aumentare l'aderenza al binario,
che era impiegata sulla rotaia dell'interbinario.
Cosa sia la "rotaia dell'interbinario" che necessita di sabbia lo sa solo l'A..
- Pag. 172
Lo stridio delle ruote della rete romana ...unici rimedi erano il
miglioramento dei carrelli...
Al momento tutti i rotabili della rete
erano a due assi e non si capisce quindi di quali carrelli si parli (a meno
che le vetture a due assi non si ritengano, come qualcuno crede, delle
vetture a carrello unico). La questione dovrebbe essere chiarita da una
nota: Carrello: telaio con due o più assi per le
ruote e interasse, su cui è agganciata la cabina della vettura. E che cosa
è lo "interasse"? da come è impostata la frase sembra essere un oggetto che si
aggiunge a ruote ed assi; bella poi la cabina (cassa) della vettura "agganciata"
al carrello.
- Pag. 175
...decreto del ministero... Che approva...
La parola "Che", con l'iniziale maiuscola, sarà un nome... forse si
accenna al famoso Che Guevara.
- Pag. 189
In nota: Torpedone: tipo di autobus scoperto, senza il tetto.
"Torpedone" era il nome allora dato ad alcuni autobus per servizio turistico,
che si presentavano più evoluti di altri analoghi mezzi, indipendentemente dal
fatto che fossero o meno senza tetto.
- Pag. 190
...vettura Motrice rimorchio Saglio (Mrs)...
La vettura MRS è sempre stata chiamata "Motorimorchiata Saglio"; non si capisce
perchè l'A. debba qui e in altre occasioni (pag. 291) chiamarla "Motrice
rimorchio Saglio", che tra l'altro è un non senso, visto che una motrice non può
essere rimorchio.
- Pag. 195
Cita in 800 V la tensione di una rete trifase, ma deve trattarsi di un errore di
stampa; il valore esatto è probabilmente 8300 V.
- Pag. 226
...le due zone [riforma del 1930] furono delimitate dalla circolare
centrale tramviaria (CD centrale destra e CS centrale sinistra)...
Che la circolare interna fosse stata all'inizio prevista come "circolare centrale" è anche possibile, ma finora non si era mai sentito.
- Pag. 228
...la linea 33 San Pietro-piazza Risorgimento-piazzale Flaminio...
Era la linea F33.
- Pag. 230
...il transito sotto i forcipi di porta del Popolo...
Mah! Il forcipe
è uno strumento chirurgico... ma forse qui si voleva accennare ai fornici di
porta del Popolo.
- Pag. 253
Si parla di un sistema stradale cardo-decumano; una spiegazione
in nota, una volta tanto, sarebbe stata utile per noi poveri ignoranti.
- Pag. 271
...linea 7 ministero delle Finanze-Monte Sacro, 7 barrata, 7a e 7b), e quello al suo interno...
Da come è impostata la frase non si capisce che proprio le 7A e 7B erano le linee interne a Monte Sacro.
- fig. f.t.
Un autobus Fiat 656 a tre assi della linea EP è dato come filobus Fiat.
- Pag. 291
...ai tranvieri lo accolsero favorevolmente [il filobus] perché più maneggevole del tram...
Che un filobus fosse allora più maneggevole di un tram vorremmo poterlo chiedere
al conducente di un Alfa a tre assi che doveva fare la curva in salita da
via Capo le Case a via F. Crispi...
- Pag. 292
Qui e nell'indice dei nomi la nota ditta Bauchiero è sempre indicata come "Bauchiere".
- Pag. 317
[limitazione del] ...filobus 110 piazza Verbano-largo Chigi...
La linea 110 non è mai andata a p. Verbano; nel 1940 era p.
Indipendenza-p.le p.ta S. Lorenzo e arrivò a l.go Chigi nell'ottobre per
fusione con la M1P.
- Pag. 384
In tabella 10, tra le motrici sono citate le
"Torpedone Srto" che sarebbero
le così dette torpediniere e i rimorchi a 7 finestrini e giardiniera, i
primi mai esistiti.
- Per ultima, una pignoleria: SRTO, ATM, MRS, ecc. sono sigle, non parole e come
tali vanno scritte in caratteri tutti maiuscoli o maiuscoletti e non è lecito dividerle andando
a capo, come ad es. a pagg. 64 e 66 dove troviamo Sr-to.
rev. A3
10/09/21