tram e trasporto pubblico a Roma
Perle della letteratura sul trasporto pubblico
O. Zannoni. Il tramsporto del tranviere.
Il libro dovrebbe dare al lettore una panoramica della storia del
trasporto urbano a Roma dai tempi di Romolo fino ai nostri giorni e si
divide un due parti: una di carattere storico-archeologico e l'altra più aderente al trasporto urbano.
Mentre sulla prima, che tra l'altro racconta solo cose già note da altre
pubblicazioni, non mettiamo bocca (tranne che per qualche particolare) trattandosi di argomenti dei quali
non siamo competenti, la seconda non può non attirare la nostra
attenzione, presentandosi anch'essa come un prelevamento di materiale da
analoghe pubblicazioni di altri autori e, da ultimo, da materiale propagandistico
ATAC, con una tale fioritura di errori e imprecisioni da doverne
limitare l'elencazione per soli motivi di spazio.
- Il titolo
Lo stesso titolo fa semplicemente ridere o piangere, secondo i punti di
vista. Se lo scrivere tramsporto al posto di trasporto,
forse per richiamare la parola tram, può essere adatto ad un
manifesto pubblicitario o simile, male si presta per un libro: quante
volte un lettore scorrendo un catalogo o un listino di pubblicazioni
scambierà questa parola per un errore di stampa? Ed inoltre, che
significa "trasporto del tranviere"? Il trasportato è il tramviere? Si
preleva il tramviere ad esempio da un deposito per trasportarlo in un
altro?
- Pag. 41
...la costruzione dei "muraglioni" sul
Tevere, che qui vedete ripresi, con i loro mosaici iconografici nel
tratto fra ponte Garibaldi e ponte Vittorio.
La didascalia dell'immagine alla quale si riferisce il testo di cui sopra
riporta I muraglioni del Tevere; in verità l'immagine ha tutto l'aspetto di una strada
con un muro di cinta di un giardino, sul quale appare problematico trovare
traccia di mosaici iconografici.
- Pag. 43
Il termine è derivato da un dativo della lingua latina che significa "per tutti".
Non siamo dei latinisti, ma ci sembra che la dotta osservazione dell'autore non sia esatta.
- Pag. 52
In didascalia: Mylordinada, che sarà mai?
- Pag. 70
Il problema [la trazione elettrica tramviaria] viene in parte risolto in seguito alla scoperta dell'energia
elettrica ed all'invenzione del motore elettrico.
Si potrebbe far osservare all'autore che l'energia elettrica era già stata
"scoperta" da un secolo almeno e che il motore elettrico, nell'ultimo decennio
dell'Ottocento, era già da tempo una realtà industriale.
- Pagg. 71 e 72
L'autore tira fuori di nuovo, praticamente con le stesse parole, quanto già esposto in un suo
precedente opuscolo sulle presunte linee del
Cattori in villa Borghese, a suo tempo da noi contestate anche in relazione
ad altra pubblicazione. L'immagine presentata a pag. 71
in alto consta di due estratti da carte topografiche. La parte di destra è una
ennesima riproduzione della solita pianta con sovrastampa per far figurare
la linea del Cattori, mentre la parte sinistra è di un’altra pianta che non mostra nessuna linea tramviaria,
solo una parte di villa Borghese delimitata dalle mura aureliane; l'autore ha
forse preso per un binario la linea sottile che corre lungo le mura, che invece
è solo l'indicazione di quello che all'epoca era poco più di un sentiero
fiancheggiante le stesse, divenuto successivamente il viale del Muro Torto. Per
quanto riguarda la pianta a pag. 72, si tratta
dell’altra già a suo tempo da
noi contestata, con in più l'indicazione in didascalia Plans of Rome con la
linea elettrica (Plans è un plurale, riferito a che cosa?).
In ogni caso, per evitare ripetizioni, rimandiamo chi è interessato alla
questione a quanto già scritto.
- Pagg. 72 e 73
..dove c'è un tram con rimorchio della linea 9 fermo davanti alla chiesa di S. Silvestro.
Non è un tram con rimorchio, ma una motrice in sosta davanti ad una vettura d'aspetto.
- Pag. 73
Sulla stessa via [Nomentana] si esperimenta, con esito positivo, anche un tram con un sistema di
trazione a batterie che verrà poi utilizzato su altre linee.
La trazione ad accumulatori fu sperimentata su via Nazionale
e su altre tratte della rete con esito disastroso, tutt'altro che positivo.
- Pag.78
La pianta mostrata non è del 1904: sulla Tuscolana è già presente la linea
della STFER per Frascati, attivata nel 1906, ben visibile in località Arco di Travertino.
- Pag. 81
...la diramazione che da Grottaferrata porta a Rocca di Papa..
La diramazione parte in realtà da Valle Violata e arriva a Valle Vergine,
capolinea inferiore della funicolare per Rocca.
- Pag. 102, didascalia dell'immagine.
Tranviere del deposito Vittoria.
I tramvieri degli altri depositi erano diversi? Si sfida a vedere i numeri di matricola citati nel testo.
- Pag. 104
Gli autobus Ugolini citati in didascalia (si sfida a vederne uno nell'immagine superiore) sono in
realtà autoelettriche.
- Pag. 109
...il tram numero 547, una ex 8 finestrini,...
Errore: la vettura turistica 547 non era una ex otto finestrini modificata, ma una
vettura appositamente costruita per lo speciale servizio.
- Pag. 113
Sempre in questi anni l'ingegneria tramviaria, in continua
evoluzione, porta a realizzare vetture con due carrelli che hanno una
lunghezza notevolmente superiore alle precedenti, ben tredici metri; ciò
avviene con l'invenzione delle ralle, un sistema meccanico che consente
ai carrelli di ruotare indipendentemente dalla piattaforma e quindi di
poter percorrere anche i tratti di binario in curva senza problemi.
Da questo nebuloso discorso si evincerebbe che 1) le vetture
a carrelli sono un'invenzione dei tardi anni Venti e 2) che la loro costruzione è possibile
grazie ad un'altra invenzione, un complicato meccanismo chiamato ralla... Ma è
un discorso che un dirigente di azienda tramviaria si può permettere di fare? Ma
non lo sa che i carrelli furono inventati per i rotabili ferroviari nel secolo XIX?
E se si studiasse l'argomento di cui parla, scoprirebbe forse che i
tram dei Castelli avevano motrici a carrelli già dal 1906.
Didascalia dell'immagine:
Il tram 2001, ammodernato, a "Porta Maggiore".
La 2001 nell’immagine non ha niente di rimodernato, a parte le porte
pneumatiche ed è più o meno, se non come era all'origine, almeno allo stato degli
anni Sessanta. La stessa vettura fu invece tra le poche MRS ricostruite a
partire dal 1980, con cassa metallica ben diversa di quella di origine.
...le prime vetture "8 finestrini"...
che, a differenza di quelle S.R.T.O. non hanno più il lucernario sul
tetto.
La presenza del lucernario non era certo una prerogativa dei rotabili SRTO;
tutti i rotabili municipali, motrici e rimorchi, fino al 1923 ne erano dotati.
- Pag. 118
- La "rotaia" sarà ridimensionata [forse resa più piccola] ed utilizzata per linee radiali periferiche, per le due circolari
interne, destra e sinistra... e per le tre circolari esterne, che sono al momento la F33,... N26,... P11...
Se è già errato considerare i due binari della circolare interna come due linee indipendenti, incomprensibile appare classificare
"circolari" i tronchi di linea F33 e simili, che di circolare non hanno proprio niente.
- Pag. 123
- ...la costruzione di vetture articolate
ad alta capacità di carico utilizzando 50 motrici e 50 rimorchi del tipo
ad otto finestrini posti in disuso dopo la riforma del 1930.
Errore: nessun rotabile del tipo indicato fu accantonato dopo il 1930 ed
anzi le motrici rimaste disponibili dopo la costruzione delle MATER costituirono il grosso del parco
dell'ATAG, affiancandosi alle MATER ed alle MRS, fino al dopoguerra.
- Pag. 126
...trentadue esemplari dalle principali
case produttrici italiane, la Fiat, la Stanga di Padova, la Breda e la
O.M....
Non sono mai esistiti filobus O.M.; le prime serie di filobus erano su telai
Fiat, Alfa Romeo, Stanga-Isotta Fraschini, Breda (nell’ordine di immissione in
servizio).
...l'ex deposito Flaminio viene
sgomberato dalle ultime macchine elettriche, tram, spazzabinari e
spazzaneve...
Non sono mai esistiti spazzaneve tra i rotabili ausiliari a Roma.
- Pag. 127
A dicembre dello stesso anno arrivano 30
vetture filobus a tre assi, realizzati dall'Alfa Romeo e dalla
Tecnomasio Italiano Brown Boveri Milano con carrozzeria Macchi; la prima
vettura entra in servizio il 15 novembre e prende il numero aziendale
6065.
Cumulo di errori. Il primo lotto di filobus a tre assi fu costituito dalle 30 vetture
6001-6059, su telaio Alfa Romeo con parte elettrica Marelli; il primo, il 6001,
prese servizio nell’ottobre 1938, mentre il 6065 citato era una vettura fuori
serie che nella tecnica anticipava il terzo gruppo a tre assi, entrata in servizio il mese dopo. Sono dati presenti
negli ordini di servizio ATAG ed è inconcepibile che un dirigente ATAC non abbia avuto
l'accortezza di consultarli.
- Pag. 130
...per cui verranno utilizzati come bigliettai ragazzi dai 14 ai 16 anni...
Mai sentita una simile notizia. Oltre a ciò l'immagine di pag. 131 sarà forse
stata fatta dal padre del "collega operaio", ma quella di pag. 130 è
dell'archivio ATAG.
- Pag. 139
Nell'immediato dopoguerra ritroviamo in
funzione 191 filobus, 548 tram e 157 autobus..
Se per "immediato dopoguerra" si intendono, come è corretto, gli anni
1944-45, i numeri dati sono errati per eccesso, specie per i mezzi gommati; sono
inoltre in contrasto con gli analoghi dati a pag. 135, che sembrano ragionevoli.
- Pag. 141, didascalia dell'immagine.
La stazione
della Roma-Tivoli.
E' la fermata ATAG di Settecamini, termine del servizio urbano e non la
stazione della Roma-Tivoli (quale stazione, poi, visto che un capolinea della
Roma-Tivoli era a via Gaeta e l'altro a Tivoli e la linea non aveva stazioni intermedie); è presente un autobus con
rimorchio intercomunicante della linea 210 che, se l'autore avesse un po' più di
conoscenza dei rotabili ATAG, sarebbe stato opportuno citare come novità quasi
assoluta per l'epoca.
...e le sottostazioni elettriche;
l'ubicazione di queste ultime e la loro potenza, sia quella in
esercizio che quella di riserva, è indicata nel prospetto successivo.
Nel grafico ripreso dal bilancio ATAC del 1949... Invano si cercherebbero il prospetto successivo e il grafico.
- Pag. 143
Nella foto è appena visibile, sulla
sinistra la ricopertura dell'accesso al rifugio antiaereo rimasto aperto
fino agli anni Ottanta del Novecento.
Nella foto non si vede proprio niente; la questione del rifugio aperto fino
agli anni Ottanta è già uscita da altra parte e sembra una delle solite favole.
- Pag. 151
...le linee tramviarie sono ancora 23
comprensive delle due Circolari interne e delle due Esterne...
Rispuntano le due circolari interne e le due esterne.
- Pag. 153
...[le PCC] sono anche dette "All
Electric" perchè non hanno più il rumoroso compressore necessario per la
produzione di aria compressa...
Sembra quindi che le PCC siano state inventate solo perchè il compressore era rumoroso.
- Pag. 162
Dall'entrata in funzione della nuova
metropolitana cessa di funzionare la linea per Cinecittà della ex
STEFER, o meglio per qualche tempo farà ancora servizio, ma solo la
mattina...
Errore. Fu solo previsto il mantenimento in efficienza della linea tramviaria
fino all'estate per prevenire eventuali fermi della metropolitana, ma i binari
furono subito invasi dalla sosta e in parte asfaltati rendendo di fatto
impraticabile la linea.
- Pag. 165
...l'Azienda ATAC assume per la prima volta un conducente di genere femminile...
Genere [femminile] è un termine grammaticale che non può essere
utilizzato per indicare il sesso di una persona (ma forse l'autore non trova
politically correct parlare del sesso della conducente).
- Pag. 168
...20 vetture microbus elettrici Gulliver
che, con le successive 14 dell'anno successivo, andranno a formare la
più grande flotta europea di trasporto elettrico in Europa.
L'autore ripete una
fesseria
propagandistica dell'era veltroniana, tirata fuori nel 2006; la cosa, così
come è detta, è semplicemente ridicola: 34 vetture costituirebbero la
più grande flotta ecc.? e dove le mettiamo le grandi reti
filoviarie svizzere, oltre a quella di Milano? Se poi si parla di "flotta" di bagarozzetti elettrici da quattro soldi, allora forse la notizia è esatta, nessuna
città europea utilizzando seriamente tali veicoli.
- Pag. 169
Nel presentare le vetture "di ultima generazione" l'autore evita di dire che
le stesse si sono rivelate una emerita fregatura, che l'ATAC si è presa per propria
insipienza; evita di raccontare come le cinquanta motrici 9200, a dodici anni di distanza dalla
consegna della prima vettura, non riescano ancora ad entrare in regolare servizio nonostante le modifiche, riparazioni e parziali
ricostruzioni alle quali sono state sottoposte.
- Pag. 173
...nel 2009 si elettrifica una nuova
linea, il 90 deviato che dalla stazione Termini arriva a largo Pugliese.
Evita, l'autore, di dire che il 90 deviato percorre come filobus buona parte
del percorso del 90, salvo poi ad impegnare una breve deviazione sprovvista di
bifilare, sulla quale i rotabili devono procedere con le famose batterie, già
rovinose nell'esercizio della 90. No, è una "nuova elettrificazione".
Il 6 luglio di questo anno [il 2009]... si è festeggiato il 120° compleanno del deposito di Porta Maggiore...
...per il quale l'autore ha prodotto un degno opuscolo, da noi già recensito.
Il testo si chiude con pagine di lode sperticata all'operato dell'azienda
e a tutto ciò che la circonda, oltre alle solite previsioni sul roseo futuro
della rotaia a Roma; evitiamo di citare le solite stucchevoli e sempre ripetute
frasi, rimandando a quanto già accennato
in altra sede. Evitiamo
infine di dare un giudizio su sonetti, poesiole e brani dannunziani che
allietano il lettore alla fine dell'opera.
rev. A2
10/09/21