tram e trasporto pubblico a Roma
La rete tramviaria urbana
Dagli anni Ottanta alla fine del secolo
Una linea tramviaria per i mondiali di calcio
La linea 8 e i vari progetti di ripristino di una rete tramviaria
Ulteriori vicende
Gli anni '80 passano in un clima di dichiarata simpatia per la rotaia, abbastanza contraddittorio, caratterizzato da un lato da roboanti dichiarazioni di amministratori e politici, dall'altro dall'assoluta assenza di ogni iniziativa concreta; i progetti che sono presentati sono come al solito faraonici, dato che tanto più faraonico è un progetto, tanto minori sono le probabilità che vada in porto. Dopo il faticoso prolungamento della linea 19 a piazza Mancini, proseguono, con tutte le contraddizioni e i distinguo ai quali siamo oramai abituati, gli studi e le proposte per lo sviluppo del tram a Roma, tanto che l'ATAC pensa ad un piano di modernizzazione del parco e all'acquisto di nuovi rotabili.
Porta Maggiore, gennaio 1985 [2113, 2239]
Una linea tramviaria per i mondiali di calcio
Intanto l'organizzazione in Italia e soprattutto a Roma dei campionati mondiali di calcio del 1990 fa progettare e realizzare prioritariamente, sulla direttrice per lo stadio olimpico, la prima linea tramviaria interamente protetta con attraversamenti controllati da semafori comandati dal tram e con capolinea in piazzale Flaminio, in corrispondenza con la linea A della metropolitana e la ferrovia Roma Nord. La nuova linea, alla quale sarà dato il numero 225, deve quindi ricalcare il percorso della 19 da piazza Mancini all'incrocio con il viale delle Belle Arti e di qui proseguire per la via Flaminia fino al capolinea di piazzale Flaminio, per il quale ultimo si utilizza in un primo momento l'anello, ripristinato, sul quale terminava la linea 1 fino all'estate del 1960, in attesa di spostarlo sugli impianti di fronte alla stazione della Roma Nord, spostamento che in realtà non sarà mai realizzato.
Da piazza Mancini il percorso della 225 è quindi quello già esistente della 19 e prosegue per via Flaminia fino a dopo il Ministero della marina, quando devia a destra per via Azuni impegnando lo scambio già percorso prima dalle linee 19 e 30 verso piazza Risorgimento, per svoltare immediatamente dopo a sinistra su un nuovo binario posto (tra le usuali difficoltà) in via Gianturco e via Giambattista Vico e raggiungere l'anello di piazzale Flaminio, quello, ricostruito, della vecchia 1; al ritorno la linea impegna subito la Flaminia, tornando all'incrocio con il viale delle Belle Arti, dopo il quale prosegue però ancora per un breve tratto sulla Flaminia, tornando sul viale Tiziano subito prima della chiesa del Vignola e riprendendo quindi il percorso della 19: è quindi abbandonato il breve tratto iniziale di viale Tiziano costruito nel 1983.
Per quanto riguarda il capolinea di piazzale Flaminio, è da notare che in via Giambattista Vico, proprio allo sbocco in piazzale Flaminio, dalla linea si stacca un binario che, sorpassando a sinistra l'anello, traversa la Flaminia e va a terminare in un capolinea tronco a due binari interconnessi in croce con un binario di ricovero di fronte alla stazione della ferrovia Roma Nord, mentre un altro binario riporta da qui alla linea sulla Flaminia in direzione verso le Belle Arti; questo capolinea, che in pratica occupa tutta la piazzetta antistante la stazione, dovrebbe diventare il capolinea definitivo della 225, quando le motrici bidirezionali ordinate saranno in numero sufficiente da assicurare il servizio, ciò che, viceversa, non è mai stato realizzato, per varie cause. Innanzitutto, anche dopo l'arrivo di un congruo numero di vetture, queste non possono essere subito utilizzate come bidirezionali, per il fatto che sono dotate di un solo pantografo di estremità, ciò che rende impossibile il comando degli scambi elettrici nella guida da una delle due cabine. Ma anche quando, dopo le tergiversazioni, le polemiche e i ritardi di dovere, la faccenda degli scambi sarà sistemata, il nuovo capolinea non potrà essere usato, essendo chiaramente poco felice nel tracciato: tra l'altro, il binario di ricovero si trova proprio di fronte all'uscita dalla metropolitana ed una vettura ivi in sosta renderebbe impossibile, o quanto meno difficoltoso, il raggiungimento delle vetture in partenza. Il tracciato del capolinea può essere facilmente modificato, ma si presenta un'altra e questa volta insormontabile difficoltà: un veto da parte dei Vigili del fuoco perchè la presenza dei tram impedirebbe l'accesso dei mezzi di soccorso alla stazione della Roma Nord. Conclusione: il complesso impianto di binari di fronte alla stazione della Roma Nord, per il quale tra l'altro è stato adottato un sistema di sospensione della linea aerea con palificazione a portali di discutibile gusto, dal momento della sua costruzione nel 1990 non vedrà mai passare un tram se si eccettuano tre motrici MRS utilizzate per una mostra sulla storia dell'ATAC (che tra l'altro, entrate con i propri mezzi, ne dovranno uscire trainate a ritroso da un trattore stradale, non essendo bidirezionali ed essendo ovviamente impensabile di condurle a marcia indietro per cinquanta metri). Il capolinea sarà smantellato nel 1998 e la 225 seguiterà a fare capolinea sull'anello dell'antica 1.
Il 7 giugno 1990 si inaugura la linea 225 da piazzale Flaminio a piazza Mancini, con un viaggio inaugurale con la prima delle nuove vetture appena consegnate e, simbolicamente, con una motrice a carrelli del 1928. Simultaneamente il capolinea della 19 è riportato a p. Risorgimento ed è soppressa la linea 30, restando in esercizio la sola 30 barrata, miserabile resto della famosa linea ad U, la 30, del 1975.
Si ricostruisce il binario in v. Flaminia e davanti alla chiesa del Vignola, 1989.
Una MRS e la prima Socimi reinaugurano l'anello capolinea
che già fu dell'1 fino al 1960, 7-VI-1990 [2025, 9000 poi 9001]; sul
225 tra v. Flaminia e v.le Tiziano, VIII-1990 [8011].
Il 225 esercitato con le PCC e successivamente con le Socimi (1990);
sul 30 barrato.
Via Flaminia, 1990; p.ta Maggiore, 1991.
La linea 8 e i vari progetti di ripristino di una rete tramviaria
Giungiamo così a quello che speriamo non sia l'ultimo atto nella storia del tram a Roma, all'attivazione di un altro percorso su rotaia che, per molti aspetti, è ancora una volta un ritorno al passato: la linea 8 da largo Argentina al Casaletto, una linea che avrebbe dovuto essere la prima di una notevole serie di linee dalla stazione Termini a San Pietro e che invece, al momento attuale, sembra aver segnato una battuta di arresto di questo processo e ciò ancora una volta per le ragioni che impedirono la costruzione della linea ad U secondo il progetto del lontano 1965.
La nuova linea nel progetto originario sarebbe in partenza dalla stazione Termini e, per piazza Esedra, via Nazionale, piazza Venezia e via del Plebiscito, giungerebbe al largo Argentina, da dove percorrendo via Arenula passerebbe su ponte Garibaldi; proseguendo per il viale di Trastevere raggiungerebbe il capolinea esterno situato sulla circonvallazione Gianicolense, all'incrocio con la via del Casaletto. Per accelerare i tempi di costruzione, come primo provvedimento la linea 13 è limitata a porta San Paolo, istituendo un autobus sostitutivo sulla tratta da porta San Paolo a piazza San Giovanni di Dio; si costruisce il prolungamento della linea sulla circonvallazione Gianicolense, si posa poi il binario nell'ultimo tratto del viale di Trastevere impiantando gli adatti scambi all'incrocio con via Induno, si seguita con la nuova linea su ponte Garibaldi e via Arenula fino al largo Argentina.
La nuova linea viene a transitare, sul viale di Trastevere, di fronte al deposito autobus dell'ATAC in largo Bernardino da Feltre (rimessa Trastevere) ed appare subito opportuno utilizzare questi locali come rimessa per i tram della linea, dal momento che l'ATAC comincia ad essere a corto di spazio nell'unico deposito di cui dispone, a porta Maggiore. Si prepara subito un piano in tal senso, utilizzando allo scopo un vasto terreno retrostante alla rimessa, immediatamente utilizzabile e la cosa appare semplicissima e facilmente realizzabile; forse proprio per questo non va a buon fine, perchè a qualcuno viene la bella idea non di costruire semplicemente una rimessa per i tram, ma di fare della rimessa un grande complesso comprendente anche un centro commerciale. Inizia l'usuale ridda di discussioni e progetti campati in aria, come al solito ognuno dice la sua, finchè si scopre che sotto la rimessa dell'ATAC esisterebbero importanti reperti archeologici: tutto si ferma e della rimessa per i tram non si parlerà più.
Si ripristina il binario in v.le Trastevere, di fronte
al ministero della Pubblica istruzione, 1997.
Aquesto punto il progetto iniziale vorrebbe la continuazione della linea fino alla stazione Termini, come più sopra accennato, ma sarebbe una cosa troppo bella: si dice a causa della scarsità di fondi e di tempo, ma in realtà cedendo ancora una volta alle solite pressioni di quanti vedono nel tram un nemico da ostacolare ad ogni costo, si decide per il momento la realizzazione di un capolinea così detto provvisorio al largo Argentina, di fronte al teatro, capolinea che resterà, ovviamente, definitivo. E' qui da osservare che mentre il capolinea realizzato a largo Argentina è ovviamente di tipo tronco, quello del Casaletto è invece ottenuto con un largo anello montato su una specie di terrapieno al centro della strada: una costruzione del tutto inutile che sarà purtroppo causa di un grave incidente e che rende oggi difficile un eventuale prolungamento della linea; dal momento che il capolinea interno richiede l'impiego di tram bidirezionali, la cosa logica sarebbe stata la costruzione di un capolinea tronco anche al Casaletto.
Il 21 marzo è inaugurata, sempre con la dovuta solennità, la linea 8 mentre la 13, con notevole rammarico degli abitanti della zona, è soppressa.
Al capolinea del Casaletto, il tratto di binario con manto erboso della linea 8; la 9101 a p.ta Maggiore.
I lavori per il Giubileo del 2000 interessano radicalmente tutta la zona del quartiere Prati e la linea 19 deve momentaneamente lasciare il capolinea di piazza Risorgimento ed è instradata per viale Tiziano e via Flaminia fino a piazza Mancini, dove fa capolinea insieme al 225; tornerà a piazza Risorgimento solo nel 2000. Si assiste ora alla cosa curiosa, che di ritorno da piazza Mancini i tram della linea 19 non possono deviare a sinistra per il viale delle Belle Arti, ma sono costretti a seguire tutto il percorso della 225 fino a piazzale Flaminio e ritorno, per poi girare a destra all'incrocio con il viale delle Belle Arti. Il motivo dell'impossibilità di usare lo scambio, che pure esiste, tra via Flaminia verso ponte Milvio e viale delle Belle Arti non è mai stato chiarito, ma sembra si sia trattato di un errore nel tracciamento della curva.
Dal 3 aprile 2000 la linea 30 barrata è prolungata da porta San Paolo a piazza Flavio Biondo, dove fa capolinea sull'antico anello davanti alla stazione di Trastevere; benchè si tratti semplicemente di un prolungamento con ripristino di un precedente percorso, quello della linea 30 che fino al 1990 giungeva a piazza San Giovanni di Dio, l'avvenimento è celebrato dalle autorità capitoline come l'apertura di un nuovo e importante collegamento. La linea è rinumerata 3, nell'ambito di una generale rinumerazione di parte delle linee di trasporto pubblico con un parziale abbandono del famoso sistema di numerazione O/D introdotto nel 1978 e dei relativi numeri a tre cifre. Alle linee tramviarie, per le quali si seguita, almeno a parole, a garantire un radioso futuro, sono assegnati i numeri da 1 a 19; la tabella che segue riporta quindi la situazione della rete tramviaria romana nel primo anno del XXI secolo.
Una linea 7, da piazza Mancini a piazza Risorgimento sui binari utilizzati alle linee 2 e 19, promessa per l'apertura nell'autunno del 2000, non vedrà mai la luce.
Nel dicembre del 2000 si ha una riorganizzazione delle aziende di trasporto pubblico romano; alla ATAC S.p.A. sono affidati i compiti di pianificazione e controllo del servizio di trasporto pubblico a Roma, mentre nasce la Trambus S.p.A., alla quale sono affidate le linee di autobus e di tram.
Le due MRS esposte per una mostra saranno gli unici tram
ad avere
impegnato il capolinea di fronte alla Roma Nord.
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rev. 11/02/18