tram e trasporto pubblico a Roma
Ultime dalla rete romana di trasporto pubblico
Anno 2017, gennaio-giugno
Monorotaia sopraelevata e grattacieli alti 150 metri.
30 maggio. Dall'EUR alla Fiera di Roma, a
quanto pare, ma non ci si capisce molto. Ennesimo progetto farsa, solita
stucchevole serie di inutili grandiosità, funzionalità zero: non vale la pena
nemmeno di commentarlo, se al lettore interessa se lo veda sulla stampa,
ad es. qui.
P.S. - Pare che sia già stato proposto nel 2010, senza esito;
chissà, i proponenti sperano nell'attuale amministrazione...
26 maggio. Riceviamo da UTP e pubblichiamo.
PERCHÉ OCCUPARCI DI PESCARA
Già, in fin dei conti che ce ne frega di Pescara? In fondo, altro non è che la storia di una fallimentare tecnologia “avanzata a qualcuno” che ha fatto esattamente la fine che ci si doveva aspettare. E che avevamo ampiamente previsto (su questo torneremo più avanti). Come pure, è evidente ed inevitabile come andrà a finire: non si farà assolutamente nulla. Le opere fatte saranno l'ennesima incompiuta destinata alle erbacce. Già gongolano i coltivatori di erbacce e di funghi, unitamente ai gelatai e agli sfasciacarrozze (veniamo a sapere che a Pescara al gelato è equiparata anche la birra). Nondimeno, ce ne dobbiamo occupare, per un paio di motivi.
Innanzi tutto, è l'esempio più evidente di fallimento degli avanzi tecnologici. Altri casi sono meno palesi: a L'Aquila ci ha pensato il terremoto, a Latina manco hanno cominciato, a Bologna hanno modificato il tiro, a Padova, Mestre e Brescia le magagne ancora non sono chiaramente emerse, a Torino se ne accorgeranno solo quando non avranno più pezzi di ricambio tra diversi anni, altri casi sono solo vaghe ipotesi. Ci interessa Pescara come dimostrazione del fatto che le tecnologie "avanzate a qualcuno" è meglio lasciarle perdere. E quindi puntare solo su tecnologie tradizionali già note e collaudate.
Ma c'è dell'altro. Un filobus che costa quanto un tram e che viene pure gabellato come tram solo per motivi burocratici di accesso ai fondi sa tanto di presa per i fondelli. E questo lo avevamo detto. Ripetutamente. Per anni. E non solo noi.
Formigari nel corso del tempo ha scritto un lungo trattato in cui tale tecnologia viene ampiamente smontata, demolita, confutata. Vengono citate e riportate le affermazioni dei sostenitori, al fine di dimostrarne l'infondatezza. Si sofferma sull'espediente tecnologico con cui un filobus viene “miracolosamente” mutato in tram, denunciandone tutte le contraddizioni e le problematiche. Una presa di posizione nettamente contraria su cui non dovrebbero esserci equivoci.
Viceversa il Comitato Anti-filobus è talmente fischi-per-fiaschettaro da interpretare lo scritto di Formigari (erroneamente attribuito all'UTP) in senso diametralmente opposto, ovverossia ...favorevole a tale complicata ed inutile tecnologia! E ha cominciato a cannoneggiare contro l'UTP, contro il sottoscritto e contro Formigari (pur ignorandone il nome). Addirittura la citazione delle avverse affermazioni dei sostenitori (anche se per confutarle, dileggiarle, o evidenziare le contraddizioni), secondo loro, equivarrebbe a condivisione! Disattenzione nella lettura o malafede? Cambia poco. L'attribuzione di posizione opposta alla nostra costituisce oltraggio inaccettabile.
L'offesa ricevuta non può passare. Il vero scopo del Comitato Anti-filobus non è sostenere l'impiego di tecnologia tradizionale anziché “avanzata a qualcuno” con le relative controindicazioni. Il loro vero scopo è impedire la realizzazione di qualsiasi cosa, anche se fatta come si deve, per evitare di restituire gli spazi del trasporto pubblico (ex sedime ferroviario) occupati. Sono quindi nostri avversari a tutti gli effetti. E fin qui niente di strano, nel corso della nostra trentennale attività ne abbiamo incontrati diversi, di cattivoni del genere. Ma mentre il comune nemico di entrambi (cioè i sostenitori dell'avanzo tecnologico) va avanti, il Comitato preferisce attaccare noi. A che serve? Tanto ormai la filovia di Pescara è morta, morta, morta. Siamo davvero tanto pericolosi? Che sostengano il loro “l'ho occupato e me lo tengo” si può anche capire (non condividere, ma dal loro punto di vista si capisce). Ma a che serve l'offesa gratuita dell'avversario con l'attribuzione di posizioni e affermazioni completamente opposte a quelle reali, e pertinenti viceversa il comune nemico di entrambi?
Dobbiamo continuare a perdere tempo con Pescara solo per resistere agli attacchi gratuiti, offensivi ed oggettivamente ingiustificati (visto che la nostra posizione è opposta a quella che falsamente ci attribuiscono)?
Visto anche che siamo chiamati in causa, ripetiamo ancora una volta quello che abbiamo sempre sostenuto. A ns. modesto parere il filobus può essere ancora conveniente se utilizzato:
Non deve invece nemmeno essere proposto:
Ancora dal CeSMot, sulla fantomatica funivia
17 maggio.
Comunicato Stampa, CeSMoT: perplessi su proposta funivia Casalotti, occorre puntare su sistemi di trasporto integrati
Apprendiamo dalla stampa che il sindaco di Roma ha ieri presentato in pompa magna il progetto della funivia Casalotti - Boccea. Invece di pensare a potenziare la rete esistente di trasporto pubblico, prolungando ad esempio la Metro A come da progetti esistenti, si insiste nel voler realizzare la funivia, basandosi solo ed esclusivamente su una fantomatica proposta proveniente "dal basso" ovvero da un comitato locale. Appare elementare rilevare che non si tratta di un progetto integrato nella rete dei trasporti cittadini, e che di tale progetto non vi è alcuna traccia nei vari piani strategici sulla mobilità pubblicati da Roma Servizi per la Mobilità. Le iniziative "sparse", per quanto possano essere intrinsecamente lodevoli in quanto dimostrano una attenzione da parte dei cittadini verso le tematiche del TPL, nascono inevitabilmente condannate in quanto manca loro quel respiro ampio che può essere garantito solo ed esclusivamente da una visione integrata. Occorre quindi puntare solo ed esclusivamente su una programmazione integrata del futuro del trasporti della capitale. Inoltre i dati presentati ci lasciano ampiamente perplessi. Al di là che attualmente i costruttori di sistemi a fune si contano sulle dita di una mano, con il rischio concreto, come avvenuto nelle città che hanno adottato il sistema Translohr, di essere legati alle scelte del fornitore, riteniamo che un tram o un filobus, ad esempio, ammesso e non concesso che siano effettivamente più costosi di una funivia, si integrano nella reste esistente del trasporto pubblico, oltre ad essere prodotti già collaudati ed ampiamente presenti sul mercato, con la concreta possibilità di ottenere un concreto risparmio.. In una città soffocata dal traffico e dalla spazzatura, dove la rete di trasporto fa acqua da tutte le parti, ci sembra totalmente sconsiderato investire soldi pubblici in un sistema totalmente avulso alla rete di TPL esistente. Come CeSMoT chiediamo, con forza, l'abbandono immediato di un simile progetto, valutando il progetto esistente di Roma Metropolitane con il prolungamento della Metro A da Battistini a Torrevecchia o, in alternativa, realizzando una diramazione della linea tramviaria da Ottaviano a Cornelia, di cui è necessario iniziare quanto prima i lavori, che punti verso la zona di Casalotti. Ma, se proprio il sindaco e il suo assessore, magari confortati dalla "fantasia" di ATAC, decidessero nonostante tutto di andare avanti con il progetto, non ci resta che sperare in qualche forte nevicata invernale a Roma, prevedendo anche cannoni da neve qualora gli inverni fossero magri di precipitazioni e la cabinovia rischiasse di non essere incorniciata dal candido manto, e che lo skipass per la funivia venga incluso nel sistema metrebus.
Questa funivia è una tale stupidaggine, che l'unica cosa da fare sarebbe di ignorare sia il preteso progetto che i propugnatori dello stesso. Non possiamo tuttavia esimerci dal formulare una domanda, da profani quali siamo su questi argomenti. Le funivie che si costruiscono, ad es., per gli sciatori sono ancorate alle pareti delle montagne e superano profonde vallate; quella che si vorrebbe costruire qui dovrebbe, naturalmente, viaggiare al di sopra dei palazzi (a meno che non intendano costruire una funivia che segue le strade, una elevated funiviaria...), ma allora chi sosterrà le funi? Altissimi piloni in cemento armato saldamente ancorati al terreno in mezzo a strade o piazze? E menomale che la vantano come mezzo a ridotto impatto ambientale...
21 aprile. ...sulle recenti ridicole esternazioni dei nostri sulle future linee tramviarie.
Apprendiamo dalla stampa dell'interesse dell'attuale amministrazione comunale nel potenziare la rete di tram romana, riciclano progetti sepolti nei cassetti dalle precedenti amministrazioni. Seppur soddisfatti dell'interesse dell'amministrazione, dobbiamo notare, ancora una volta, che si stanno riciclando, senza troppa convinzione e purtroppo con scarsa fantasia, progetti più volte annunciati e più volte rimasti sulla carta . Oltretutto, il primo di questi progetti, ovvero collegare Piazza Vittorio con Largo Corrado Ricci e Piazza Venezia, ci sembra totalmente privo di logica e di fondamento, in quanto insisterebbe su una direttrice con poca domanda di trasporto, senza dimenticare i possibili veti della sovrintendenza al passaggio del tram lungo Via dei Fori Imperiali (a suo tempo ebbero da ridire sul bifilare filoviario oltre Porta Pia...figuriamoci i veti per un tram...). Da sempre sosteniamo che la priorità per il centro storico è la realizzazione dell'asse tramviario lungo Via Nazionale, portando a compimento, in alternativa al costoso ed incerto prolungamento della Metro C oltre Piazza Venezia verso Ottaviano della famosa linea Termini - Vaticano - Aurelia, progettata sin dai tempi dell'amministrazione Rutelli e mai realizzata per oscuri motivi. Con questo progetto si porterebbe realmente a compimento la chiusura di Via Nazionale e Corso Vittorio al traffico privato, restituendo queste strade, finalmente libere dalla morsa delle automobili, agli antichi fasti, rendendole un salotto per romani e turisti. Restiamo scettici anche sul tram Verano - Stazione Tiburtina, in pratica una riedizione in forma ridotta del vecchio 11, che per essere realizzata, richiederebbe un riassetto viario della zona e che avrebbe poco senso se non prolungato lungo la Tiburtina a servire le zone non servite dalla Metro B, mentre riteniamo assurdo che dopo tante parole ancora non si sia obbligata ATAC a riaprire la tratta Centocelle - Giardinetti arbitrariamente e pretestuosamente sospesa da oltre due anni. Reiteriamo perciò il nostro invito all'assessore Meleo ed al Presidente Stefàno ad attivare un tavolo di confronto con le varie associazioni che su Roma studiano il TPL, al fine di arrivare a soluzioni condivise ed a lungo respiro che possano rimettere il tram al centro della mobilità cittadina, rendendoci disponibili ad un incontro per presentare i nostri progetti. Di promesse e di linee tracciate sulla carta ne abbiamo sentite fin troppe in tutti questi anni: mentre altre città, vedi Firenze e Palermo, continuano ad investire sul tram, Roma, la capitale d'Italia, resta ferma ad una impostazione di rete vecchia di oltre 30 anni. E tutto ciò, se davvero si vuole combattere l'inquinamento e garantire una mobilità ecosostenibile, non è assolutamente ammissibile.
D'accordo su quasi tutto: non sulla Roma-Giardinetti, il restante pezzo della quale, a ns. modesto parere, va soppresso al più presto.
20 aprile. Altro che linea per i Fori Imperiali: i progetti dei nostri sono ben più ambiziosi anche se, alla fine, restano quelli del nostro Marino. Infatti (da Repubblica):
...gli ingegneri dell'Agenzia per la Mobilità hanno mostrato il tracciato di quattro tramvie a Enrico Stefàno, presidente della commissione trasporti. Il primo percorso è quello che dovrebbe connettere piazza Vittorio a largo Corrado Ricci passando per via Cavour. Costi e tempi? Circa 22 milioni di euro per 23 mesi di lavori. Le idee pentastellate, però, vanno oltre: con altri 20 milioni, nel 2019, il tram potrebbe approdare a piazza Venezia.
Veramente, ieri ci era stato detto che a p. Venezia sarebbe arrivato nel 2021, ma è lo stesso, tanto non ci arriverà mai. Infatti:
Un sogno che, almeno per ora, si scontra con i dubbi della Soprintendenza speciale di Roma. Il futuro via libera in conferenza dei servizi, come chiarito dall'archeologa Simona Morretta, potrebbe essere condizionato a un cambio di tecnologia: via le linee aeree e i pantografi e "ok" solo a patto di realizzare una linea con alimentazione a terra. Una novità che comporterebbe l'acquisto di tram di nuova generazione.
Sì, certo, seguitiamo con la nuova generazione e andiamo a impantanarci con un sistema tipo Bordeaux, che per attraversare una piazza è costato un pozzo di soldi e seguita a dare fastidi per le infiltrazioni d'acqua e altro; ma i nostri non sembrano preoccuparsi di simili bazzecole:
"Ho già chiesto alla sindaca di stanziare 20 milioni nel prossimo bilancio previsionale. È uno sforzo che possiamo permetterci", ha risposto a quel punto Stefàno.
Ma passiamo ad altre pur notevoli realizzazioni, più o meno prossime.
Ecco, poi, le altre tre linee: 19 milioni per portare i binari del tram dal Verano alla stazione Tiburtina; 200 milioni da discutere con Stato e Regione per congiungere Cinecittà (metro A) a Ponte Mammolo (metro B) lungo viale Palmiro Togliatti; altri 40, infine, per unire piazza Risorgimento allo stadio Olimpico per poi passare sul ponte della Musica e arrivare all'Auditorium. Totale, Fori Imperiali compresi, 300 milioni di euro.
Eccetera eccetera, le chiacchiere sono sempre le stesse e non costano niente.
Seguitano a spacciare per propri...
19 aprile. ...progetti e idee delle passate amministrazioni. Ecco l'ultima (dal Messaggero):
Entro il 2019 un tram fino a Colosseo; passerà a via Cavour e lungo i Fori Imperiali. E' l'obiettivo del Campidoglio illustrato dal presidente della commissione trasporti Enrico Stefàno. Il tracciato non passerebbe davanti all'Anfiteatro Flavio ma a via Cavour per attestarsi a Largo Corrado Ricci e da lì proseguire su via dei Fori Imperiali realizzando la seconda tranche della tranvia entro il 2021.
Ma non avevamo già sentito parlare di questo progetto, promessoci con l'usuale enfasi dal buon Marino (questi ce lo fanno davvero rimpiangere) e più volte dallo stesso confermatoci? Qui si va oltre le rosee previsioni del Marino, visto che nel 2021 il tram proseguirà per via dei Fori Imperiali (per dove e soprattutto come?). Ci sarebbe anche da osservare che, visti i tempi biblici oggi richiesti per ogni minima opera, se veramente dovessero aprire la linea nel 2019 dovremmo vedere qualcosa fin da adesso.
Osservazione. - Sarebbe interessante sapere se i nostri hanno studiato l'itinerario della linea (incautamente) promessa, perchè se hanno preso il tracciato proposto nell'era Marino (e sembra proprio che l'abbiano preso, vista la piantina che il Messaggero ci propina insieme all'immagine di una MRS anteriore agli anni Settanta, cioè di almeno 50 anni fa, vedi sotto), quello era irrealizzabile per l'impossibilità di far passare la linea dal capolinea di Termini nel senso verso p. Vittorio, come già a suo tempo osservammo.
4 aprile... entro settembre 2018. Dal presidente della Commissione trasporti del Campidoglio. Prendiamo nota e stiamo a vedere.
Ci risiamo: il tram fa tremare i palazzi
3 aprile. E' dal 1956, ossia da più di 60 anni, che il tram percorre via Bresadola, ma solo oggi gli abitanti dela strada si accorgono del pericolo che li ha sempre sovrastati: il tram fa tremare i palazzi: una minacciosa scritta appare sulla strada. Ma anche altre vie del quartiere e altri quartieri di Roma (Esquilino) sono messi sotto accusa per lo stesso motivo e si aggiunge che i tram sono vecchi e per questo fanno vibrare le fondazioni degli edifici (mentre invece i "vecchi", cioè le Stanga, sono certamente più tranquilli dei bidoni articolati 91 e 92). Conclusione, da un lato si chiedono e si auspicano nuove linee e si pretende l'assurdità di voler mantenere la Giardinetti, dall'altro si annuncia una nuova campagna contro il tram in generale. Siamo a Roma, tante volte qualcuno non lo avesse capito.
29 marzo. Sul contenuto del quale, una volta tanto, siamo d'accordo.
L'entrata in servizio a partire da ieri dei nuovi filobus BMB Avancity+S HTB sulla Linea 90 Express è senza dubbio un evento positivo per la città che permette finalmente di recuperare al 100% l'esercizio filoviario sulla linea, liberando vetture normali da impiegare su altre linee, attualmente in sofferenza. Tuttavia, l'operazione, condotta ed annunciata forse troppo pomposamente e frettolosamente dall'amministrazione in presenza del gotha di ATAC, sempre presente alle inaugurazioni ma sempre assente quando si tratta di dialogare con l'utenza mettendoci la faccia, con una evitabile cerimonia (c'è ben poco da inaugurare, purtroppo) e fantasiosi slogan, dimenticando ed omettendo di comunicare in pieno le annose vicende di queste vetture, e senza comunicare una data certa di completamento della filovia sulla Laurentina, presenta, di fondo, alcune anomalie e criticità che, come CeSMoT, ci lasciano ampiamente perplessi. In primis appare poco saggia la scelta di non spostare le vetture presso la rimessa Montesacro ma di lasciarle presso la rimessa di Tor Pagnotta, rendendo necessari lunghi trasferimenti a vuoto da un capo e l'altro della città utilizzando la marcia autonoma delle vetture, con conseguente inquinamento ed usura dei componenti. Inoltre appare abbastanza inspiegabile la fretta di inserire in servizio vetture ferme da anni che, dopo alcuni collaudi avvenuti nel 2015 si era deciso di non immettere ancora in servizio, sembra, anche in base a notizie di stampa, a causa della scarsa affidabilità delle vetture stesse e degli eccessivi consumi di carburante in marcia autonoma. Inoltre appare molto criticabile anche la scelta di immettere in servizio queste vetture anche sulla linea 60, priva di bifilare di alimentazione salvo che sulla breve tratta di Via Nomentana in comune sulla Linea 90. Desideriamo ricordare, a tal fine, che le vetture sono dotate di un motore diesel per la marcia autonoma e che, quando marciano scollegate dalla rete aerea di alimentazione, inquinano come un normalissimo autobus. Crediamo che sia opportuno e necessario non solo il completamento del bifilare da Porta Pia a Termini, opera rimandata da anni adducendo misteriosi veti della sovrintendenza, ma anche l'urgente recupero di tutte le vetture Solaris Ganz Trollino completando la sostituzione delle batterie. Riteniamo inoltre, come CeSMoT, che sia indubbiamente ed assolutamente positiva la volontà di esercitare il 60 in modalità filoviaria, tanto più che di questo se ne parlava già nel lontano 2003, quando l'amministrazione Rutelli presentò il progetto dell'attuale 90 Express, ma che occorra estendere il bifilare se non su tutta la tratta per lo meno da Termini a Piazza Venezia, ponendo le basi per una completa pedonalizzazione di Via Nazionale che, riqualificata e riservata al solo transito di pedoni, biciclette e mezzi di trasporto rigorosamente a zero emissioni (tram e filobus) potrebbe tornare , sull'esempio di altre città europee, ai fasti del passato, diventando il salotto buono della città, asse di collegamento per un centro storico finalmente libero dal traffico e dall'inquinamento. Auspichiamo che , passata la "smania" di inaugurare opere già avviate dalle precedenti amministrazioni (vedi anche i nuovi autobus acquistati durante la gestione commissariale), la giunta Raggi decida di rispolverare progetti da troppo tempo colpevolmente sepolti ad ammuffire nei cassetti, ed accogliendo anche le proposte delle associazioni, senza dare ascolto ai presunti ecologisti che accampano scuse di ogni genere per boicottare il TPL in nome di una falsa difesa dell'ambiente (Pescara docet) , lavorando con solerzia per far tornare tram e filobus protagonisti della rinascita del TPL della città. Forti di una maggioranza stabile ed omogenea, avulsi alle classiche guerre di "partito" , gli amministratori comunali hanno tra le mani l'occasione irripetibile di passare alla storia e di essere ricordati come coloro che hanno rilanciato il TPL a Roma. Da sempre come CeSMoT, Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, ci battiamo per un trasporto eco sostenibile, efficace ed efficiente, ed auspichiamo di poter presentare quanto prima, al Presidente Stefàno (finora sempre positivamente interessato, al contrario di alcuni suoi predecessori, a recepire le varie istanze) ed all'Assessore Meleo, i nostri progetti e le nostre proposte. Resta ormai poco tempo per salvare Roma da traffico ed inquinamento.
Omar Cugini - Presidente CeSMoT - Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti
Filobus dell'EUR e un aerostato
27 marzo. Sembra che sia imminente la messa in servizio di 15 vetture filoviarie prelevate tra le 45 destinate alla famigerate linee dell'EUR che, oramai è chiaro, non verranno mai realizzate. Ma sulla notizia, oggetto di una conferenza stampa tenuta dal Sindaco alla rimessa di Tor Pagnotta, c'è parecchia nebbia, a cominciare dalla linea o dalle linee sulle quali queste vetture sarebbero poste in servizio: alla 90 si sarebbe aggiunta la 60, sulla quale la parte da esercitare in marcia autonoma appare veramente eccessiva ed oltre a ciò sembrerebbero esserci anche delle difficoltà di utilizzazione di tali vetture che, ricordiamo, hanno marcia autonoma a trazione termica. Oltretutto sembrerebbe che le vetture resterebbero ricoverate a Tor Pagnotta, il che porterebbe a percorsi di entrata e rientro estremamente lunghi, da effettuare ovviamente in marcia autonoma, modalità al contrario prevista per limitate tratte.
Alcune notizie sono apparse oggi in un articolo su Repubblica, ma la parte dello stesso intitolata "Ma la linea è già a singhiozzo" è improvvisamente scomparsa dal web; abbiamo però fatto in tempo a riprodurla e la segnaliamo al lettore anche per una scoperta: per spostare i filobus da porta Pia a Tor Pagnotta occorre un dirigibile:
Ma dalla fermata di Porta Pia a Tor Pagnotta manca l’aerostato, ovvero la linea elettrica necessaria per vetture con un motore che in realtà è un generatore per ricaricare le batterie e che può funzionare come un normale motore diesel solo in casi eccezionali e a costi molto alti: tre chilometri con un litro di gasolio e un’autonomia limitata che, secondo il costruttore Breda Menarini, non può superare i 200 chilometri.
Atac, da oggi in servizio i filobus BMB Avancity. I mezzi saranno impiegati sulle linee 90 Express e 60 Express
Da oggi Atac metterà in servizio 15 filobus acquistati nel 2009 da Roma Metropolitane per essere utilizzati sul Corridoio Laurentino, ma fermi nel deposito di Tor Pagnotta dall´inizio del 2016. I mezzi andranno ad incrementare il parco delle vetture eco-sostenibili gestito da Atac
Le linee interessate. I nuovi filobus di costruzione BredaMenariniBus, modello Avancity Plus HTB, andranno a implementare il servizio elettrico offerto da Atac lungo la filovia che si sviluppa tra Porta Pia e Largo Labia. La disponibilità di questi veicoli, in particolare, consentirà di svolgere il servizio lungo la linea 90 express integralmente con mezzi elettrici dal lunedì alla domenica. Una parte di queste vetture, inoltre, verrà utilizzata nelle giornate feriali anche lungo la linea 60 express, attualmente esercita con sole vetture diesel, consentendo così una diminuzione dell´impatto ambientale.
Altri vantaggi dall´uso dei filobus. Poter disporre dei filobus BMB consentirà ad Atac di utilizzare le vetture a gasolio prima impiegate sulle linee 90 e 60 express su altre linee, che quindi potranno godere di una maggiore regolarità.
Le caratteristiche tecniche dei mezzi. Tutti dotati di trazione elettrica, i nuovi filobus possono essere alimentati sia tramite rete bifilare sia tramite motore diesel Euro 5. Le vetture sono lunghe 18 metri e possono trasportare un totale di 135 passeggeri con 28 posti a sedere. Tutti i mezzi sono stati sottoposti a pre-esercizio e successivo collaudo con i competenti organi ministeriali. Sono inoltre attrezzate per il trasporto disabili, con spazio per due carrozzelle, e dotate di pedane elettriche.
Stiamo a vedere come finisce con la 60; nulla ci dicono del deposito.
Il nostro futuro è su fune e ferro
24 marzo. E' quel che si dedurrebbe, con un po' di buona volontà data la confusione degli argomenti, dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal nostro assessore al traffico ad una agenzia di stampa.
Funivia a Casalotti, che da altra parte sembrerebbe doversi chiamarsi Gondolina (!).
[Il progetto] sta andando avanti. Ci è stato presentato uno studio di fattibilità molto dettagliato attraverso un'analisi dei costi e benefici che ha dato risultati positivi e che ha visto questa forma di trasporto prevalere su altri (...). C'è stata anche un'indagine telefonica i cui risultati sono stati positivi. I costi sono molto più bassi rispetto ad un prolungamento della linea A e anche il calcolo sui flussi ci dice che l'utenza puo' essere trasportata via funivia.
Il tono di questo discorso ci ricorda una analoga serie di chiacchiere di un tale che sosteneva un certo aborto di rotabile su gomma, poi fortunatamente fallito, che veniva a costare meno di un tram; qui una funivia costa meno di una metropolitana, soprattutto se in base a certi calcoli hanno scoperto che, in fondo, la capacità di trasporto dei due sistemi è la stessa...
Prolungamento metro B1 a Bufalotta. Smentendo le voci che davano anche qui una Gondolina, l'assessore precisa che
Per il prosieguo della linea B1 fino a Bufalotta... preferirei una metro leggera più che una funivia. Si presta di più anche per il viadotto dei presidenti che richiama questa forma di infrastruttura.
Attenzione alle metropolitane leggere, linee di trasporto che abbiamo visto poter essere indifferentemente tram, treni, filobus, minibus, piste ciclabili ecc. Quanto al viadotto dei Presidenti, ai tempi del buon Marino era stato definito non più a norma (quale norma?) per farci passare una linea su ferro, mentre in tempi ancor più remoti il Marchi (chi se lo ricorda?) lo aveva bollato come inadatto "ad accogliere le tecnologie tramviarie moderne". Poi dovevano farci una Green Way, che si vede quale way ha preso. Tutta la zona è comunque oramai preda di abusivi di ogni genere.
Cura del ferro in generale.
Sono previsti interventi per la cura del ferro. Allo stato attuale il piano che abbiamo in mente prevede alcune linee. La prima sarà un tram da piazza Vittorio a Fori imperiali che poi sarà riconnessa all'8. Per ora arriviamo fino a Fori per avere una rottura di carico limitata fino a piazza Venezia. La seconda è un semi anello periferico, ovvero la linea sulla Togliatti che unirà due linee metropolitane A e B e quindi lavoreremo su flussi di spostamento degli utenti.
Qui niente di nuovo a livello di chiacchiera. Dove terminerebbe la prima linea non è chiaro, forse a p. Venezia (per via Alessandrina? o per via dei Fori Imperiali?) visto che poi sarà riconnessa alla 8; sulla Togliatti sarebbe più decoroso tacere. Seguono usuali farneticazioni su piani della mobilità sostenibile piùo meno futuristici e si conclude accennano in modo oltremodo vago ai corridoi Tor de' Cenci e Tor Pagnotta.
10 marzo. E' quello che si legge sul titolo di un articolo su Repubblica. Ma leggendo oltre sembra che il Sindaco abbia detto in realtà che "!rimane il potenziamento della Roma-Lido", il che è ben diverso (ci torna in mente il titolo di un giornale del 1982: "Potenziata la Roma-Fiuggi" e il potenziamento consisteva nella chiusura della tratta Genazzano-Fiuggi). Con che cosa la potenzieranno, è da vedere; ma certo hanno fatto calcoli e simulazioni in proposito, come asseriscono aver fatto per altre opere, ad esempio per il traffico e i futuri ponti sul Tevere che da due sono diventati uno.
Filobus abbandonati e loro impiego
22 febbraio. Circa quattro mesi fa ci fu detto, dall'assessore al traffico, che venti filobus di quelli abbandonati all'EUR sarebbero stati messi in servizio sulla linea 90 (anzi l'assessore parlava di linee 60, 80, 90...) e li aspettiamo ancora con ansia. Ma sembra che i nostri abbiano cambiato idea su queste vetture, viste le parole del ns. Sindaco:
45 filobus abbandonati: li restituiremo..."
Non si capisce a chi si voglia restituirli; ma più sotto pare abbia cambiato idea, perchè aggiunge:
Vogliamo metterli in servizio per collegare la periferia nord di Roma alla stazione Termini.
Ma nemmeno questa sembra l'idea definitiva, visto che aggiunge
Nel frattempo abbiamo stanziato oltre 15 milioni di euro per completare finalmente i lavori dei corridoi Laurentina-Tor Pagnotta ed EUR-Tor de' Cenci.
sui quali i detti filobus dovrebbero circolare; quindi niente collegamento con la periferia nord (notare che i corridoi sono tornati ad essere due). Pronostico: i 45 filobus seguiteranno ad essere lasciati dove sono.
A medio termine ovvero Idee in libertà
31 gennaio. In un prezioso documento dell'Agenzia per la mobilità, che sembra essere una riedizione del ferrotramviario-rapporto del 2012, insieme ad una gran quantità di dati insignificanti e non controllabili, troviamo delle interessanti previsioni sul futuro della nostra rete di trasporto; previsioni a medio termine, anche se nella fattispecie "medio termine" non significa niente, in quanto un valore medio si calcola tra due estremi e qui mentre a malapena è noto l'estremo inferiore (oggi), quello superiore è avvolto nella nebbia. Queste previsioni, che sarebbero uno "scenario", sono raccolte in una pianta (pag. 142) e in una serie di tabelle (pag. 144), che qui brevemente esaminiamo, iniziando dalla rete tramviaria.
Attuali linee 2, 3, 5, 14 e 19 sembrano immutate in percorso e capolinea. Una sorpresa invece per la 8 che da una fermata, Serafini, oltre Casaletto, è portata fino alla stazione Tiburtina passando per v. dei Fori Imperiali, v. Labicana, S. Giovanni, S. Lorenzo, v.le della Regina, v. Morgagni, p. Bologna, p. delle Province, con un percorso di 15,2 km; si ripristinerebbe quindi il binario per v. Morgagni, v. Catania, p. delle Province ecc..
Nuove linee. Qui c'è da sbizzarrirsi; nella pianta sono indicate con lettere minuscole e nella tabella come "new" (perchè scrivere "nuovo" costava due lettere in più); troviamo:
Quindi: nuovi binari ad oltranza, anche in via dei Fori Imperiali. Troviamo inoltre ben 17 corridoi, detti anche busvie, dei quali 15 nuovi e, importantissimi, sette collegamenti ettometrici a fune. Lasciamo perdere le metropolitane, osservando solo che la C è data fino a via Ottaviano ed esiste anche una B fino a Casal Monastero. Invece mancano le piste ciclabili, ma forse sono comprese nei sistemi ettometrici.
Dai colleghi di Assoutenti Ostia abbiamo interessanti osservazioni.
Ma questi dell'Agenzia della Mobilità, oltre ad avere idee confuse, le cambiano pure di continuo! Avevano fatto un ottimo lavoro col Ferrotramviario Rapporto 1.0, adesso esce fuori una cosa completamente diversa che non si capisce da dove esce fuori.
Innanzi tutto, come c°° ce li ficcano i binari in Via di Grottaperfetta? Ci fanno tante storie per Via Nazionale, nonostante centinaia di foto dimostrino che si può fare, e poi tirano fuori un percorso dove non c'è affatto spazio per un tram. Forse hanno letto da qualche parte Via di Grottaperfetta, ma quello era il Deposito S. Paolo, che stava su un tratto della strada non più esistente, quando arrivava fino a Via Ostiense, mentre oggi è troncata alla Montagnola. E neppure si capisce a che cosa dovrebbe servire questo tram 766+765.
Poi c'è il redivivo P11. Sembrerebbe l'equivalente dl 19 per la Tiburtina, ma con la variante di Viale Parioli, idea vecchia di oltre un secolo, dove nessuno è mai riuscito né mai riuscirà a metterci un tram. Questo P11 finirebbe a S. Maria del Soccorso, a poche centinaia di metri dal Togliatti a Ponte Mammolo. Era davvero tanto difficile pensare di congiungere le due linee? O la fobia del doppione arriva a tanto? E ancora, lo sdoppiamento dell'8. Per anni ci hanno ammorbato con le unilinee, adesso contrordine, si fanno gli sdoppiamenti. Ma se serve un ramo sulla Prenestina, si fa prima a ripristinare il 13 sul suo percorso e basta. Si mette un sovraccarico di linee, ben cinque, su Via Principe Eugenio, con buona pace del principio dell'unilinea e alla faccia del Gelataio.
Ma più che le stravaganze, preoccupano le assenze. Non c'è il TVA, pur indispensabile ed urgentissimo. Non c'è il Lungotevere, pur presente nel Ferrotramviario Rapporto 1.0. E non c'è il Togliatti Nord, declassato a “Corridoio dell'Immobilità”. Tutto fa pensare che andrà a finire come al solito, ovvero che non si farà assolutamente nulla.
Ma perchè, qualcuno forse potrebbe solo pensare che facessero qualcosa?
21 gennaio. Sarebbe ora; dal Corriere:
L’ultimatum è dell’Ustif del ministero: un mese per rientrare negli standard. Atac ha 13 vetture adatte, ma solo una è in servizio, le altre 12 sono ferme per usura ruote: manca il denaro per le riparazioni.
Il discorso dei 12 o 13 treni è probabilmente una fesseria, ma in ogni caso è tempo che questa vergogna ferro-tramviaria sia definitivamente cancellata.
19 gennaio. ...si ricomincia con le promesse di linee tramviarie. Da Repubblica:
Quattro nuove linee tranviarie, il prolungamento delle metropolitane esistenti, la funivia Casalotti...
Ma l'assessore ai trasporti è più generoso:
Chiederemo di finanziare quattro o cinque linee, tra cui quella su viale Marconi e il ricongiungimento Tiburtina-Verano. Le altre, secondo l'agenzia Dire, sono la linea sulla Togliatti e il tram Fori Venezia-Cavour-Vittorio. Resta fuori, per ora, la Tva (Termini-Vaticano-Aurelia) sui cui gli uffici stanno ancora lavorando.
Quindi: quella di viale Marconi della quale non si conosce con precisione il percorso; il "ricongiungimento" Tiburtina-Verano ancor più oscuro (dal Verano sulla Tiburtina e fino a dove?), la solita linea sulla Togliatti sempre di moda e daccapo i Fori Imperiali...
Avanza invece il progetto della funivia di Casalotti...
Sì, stiamo a posto; e ci si promette anche l'apertura di S. Giovanni metro C per settembre-ottobre.
12 gennaio. A Palermo, dopo anni di discussioni, chiacchiere, opposizioni, proteste di questo e quello, progetti senza capo nè coda (si parlò anche di VAL), ecc, sono finalmente arrivati ad attivare la prima linea di quella che dovrebbe diventare una rete tramviaria ed hanno fatto un ottimo lavoro sia come infrastruttura che come rotabili; sarebbe quindi il caso che continuassero senza indugi con le altre linee. Senonchè, su La Sicilia di qualche giorno fa troviamo una notizia se non altro preoccupante: "Palermo. Il futuro del tram è wireless" e, leggendo, si allibisce vedendo che parlano, niente di meno, di quell'aborto detto Primove, per il quale indirebbero una gara a fine febbraio, il tram senza fili che invece i fili li ha insieme ad una serie di ridicole complicazioni. Ne abbiamo già parlato. Sarebbe veramente un peccato che un ottimo progetto in esecuzione debba essere abbandonato in favore di qualcosa di chiaramente fallimentare, finora invano proposto ad esercenti di tutta Europa, sperando forse, come al solito, di trovare in Italia il gonzo che abbocchi all'amo.
11 gennaio. I nostri seguitano nella politica del rispolvero di antiche idee: l'ultima è quella dell'abbattimento della sopraelevata di S. Lorenzo, opera già più volte annunciataci, ad es. dal Calamante nel lontano 2007, quando dava per certo per il 2011 l'inizio dei lavori... Ma oggi ben diversa è la promessa:
Quindici mesi di lavori, a partire dal prossimo autunno, per abbattere la sopraelevata della tangenziale est che si affaccia sulla stazione Tiburtina. Una striscia di 450 metri di cemento e pilastri che è spesso fonte di degrado per lo spazio sottostante, sospeso tra lo scalo ferroviario
Bene, li prendiamo in parola e restiamo in fiduciosa attesa dell'inizio dei lavori nel prossimo autunno.
Aggiunta del 13 gennaio. Il progetto è, come d'uso, ben più grandioso di quanto possiamo immaginare; si veda su Repubblica. Anzi, tanto grandioso da far prevedere che non se ne farà niente.
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rev. 15/06/20