tram e trasporto pubblico a Roma

La rete urbana di autobus, rotabili

Dal 1905 al 1925

 

Autobus sperimentali SRTO
Primi autobus SPA
Lancia Eptajota

All’apparire del motore a scoppio la prima idea fu quella di applicarlo a una carrozza a cavalli; il fallimento del tentativo non fermò certamente la ricerca, ma è solo nel 1889 che appare la prima automobile con motore a combustione interna della storia, una struttura in legno e sostenuta da ruote costruite nello stesso materiale, senza sospensioni e con un primitivo apparato sterzante. Nello stesso anno il motore a scoppio fu applicato anche a una bicicletta, dando vita così, dopo l’automobile, ad una sorta di primitivo ciclomotore, ma l’evoluzione della ricerca nel campo delle sospensioni e dei pneumatici rimanderà al 1903 la comparsa della prima vera automobile. Il primo esemplare di questo mezzo di trasporto stradale fu infatti progettato e realizzato da Henry Ford, fondatore dell’omonima industria automobilistica statunitense e, come già era accaduto per la ferrovia, l’esordio di questa nuova industria diede origine a un gran numero di industrie parallele, in primo luogo per le gomme e i pneumatici (nascono proprio allora la Pirelli e la Goodyear) ed in seguito per la produzione di componenti del veicolo.

Nel periodo di massima proliferazione della rotaia nelle sue varie applicazioni fa il suo esordio sulla scena del trasporto pubblico l’ovvia evoluzione dell’automobile nell’autobus, parola che deriva dalla contrazione di omnibus-automobile, come fu inizialmente definito questo nuovo mezzo); in Italia l'autobus fa la sua comparsa già nel 1899-1900 con veicoli di produzione straniera (Daimler, Büssing, De Dion Bouton, Thornycroft), ma è a partire dal 1908 che si inizia ad istituire servizi di linea più o meno sperimentali, più che altro a collegamento delle stazioni ferroviarie con le località più lontane, come la Viterbo-Farnese (1908) e la Pallanza-Fondotoce (1909), ma non mancano primitivi servizi che oggi definiremmo “suburbani” o “extraurbani”, a collegamento non di una stazione, ma tra un capoluogo e le località limitrofe, come le autolinee Roma-Ostia e Firenze-Prato del 1910.

Autobus italiani e stranieri non si differenziavano molto dal punto di vista tecnico, con un telaio derivato da quello dei primi autocarri, composto da un pianale unico su cui poggia anteriormente la cabina del posto guida è indipendente dalla rimanente struttura; la corsia per i passeggeri è ricavata poggiando sul telaio una cassa del tipo di quella delle diligenze, magari più capiente perché appositamente costruita. L’intera struttura è costruita ancora normalmente in legno e la trasmissione del moto è quasi ovunque a catena sulle ruote posteriori.

Vedere anche in Autobus all'alba del secolo XX.


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rev. B 19/04/20