tram e trasporto pubblico a Roma |
27 dicembre. Non vogliamo certo sminuire il merito dell'ATAC nell'aver fatto circolare la 907 in addobbo natalizio; per carità, una volta tanto hanno fatto un'ottima cosa. Peccato però che, così bardata con centinaia di led bianco-azzurri, difficilmente si riconosceva per un tram, almeno da lontano. A nostro modesto parere, farla circolare al naturale, magari con una bella illuminazione interna rinforzata, avrebbe fatto tutt'altro effetto.
21 dicembre. In merito all'investimento di una persona da parte di un autobus dell'ATAC (o Trambus o come accidenti si chiamano), leggiamo sul Messaggero:
Il conducente del bus che sabato sera ha investito e ucciso Gino Anselmi, 66 anni, in via Isacco Newton a Roma avrebbe assunto sostanze stupefacenti. Verrà licenziato in tronco.
Stiamo a vedere se non succederà come alle FS (o RFI o come ecc.), che dopo aver licenziato in tronco certi ferrovieri che timbravano il cartellino al posto di altri, li hanno dovuti riassumere con tante scuse.
17 dicembre. Da "Il Messaggero" del 16 c.m..Ecco le ultime proposte di un Ufficio Frescacce, questa volta dislocato presso la Commissione per lo sviluppo di Roma Capitale, presieduta da Antonio Marzano, aventi il nobile fine di "ridisegnare" la città (beh, finchè si limitano ai disegni, grandi danni non possono fare); seguono quelle di qualche tempo fa sul prolungamento del tram 8.
Utilizzare il Tevere per il trasporto pubblico, realizzando una sorta di metropolitana sull’acqua...il Tevere non è destinato solo a fare paura come in questi giorni di piena. Può anche essere un’opportunità, fornendo un’alternativa al trasporto su gomma con un’omologa rete su acqua del servizio pubblico. Non solo. Come già accade sulla Senna a Parigi, potrebbe essere di aiuto al deflusso delle auto, trasformando gli attuali corridoi sulle rive dedicati alle piste ciclabili, in strade dove deviare il traffico
E' una proposta vecchia quanto il cucco, mai presa seriamente in considerazione perchè assolutamente inutile ai fini del traffico; dove volete che si vada navigando sul fiume? Bella la "omologa rete su acqua": omologa a che cosa? Sembra anche che le tanto decantate piste ciclabili non servano a niente, visto che si propone di trasformarle in normali strade per le auto.
Sfruttare l’energia dei termovalorizzatori prodotta dai rifiuti per alimentare mezzi pubblici e filobus.
Filobus a mondezza, dopo quelli a metano. Grande novità anche questa, però i mezzi pubblici devono essere filobus; ma siccome i filobus, fino a prova contraria, vanno ad elettricità, si dovranno prima costruire delle centrali elettriche; ma forse alla Commissione per lo sviluppo di Roma Capitale credono che il filobus possa essere alimentato da gas attraverso i fili. Ma anche...
Se il numero dei termovalorizzatori aumentasse, secondo gli esperti, si potrebbe pensare ad applicare uno sconto sulle bollette dei cittadini che abitano nelle loro immediate vicinanze, come accade già in molte città d’Europa...
I cittadini faranno a gara per abitare dove c'è più mondezza.
Ripensare il sistema fognario romano, anche per evitare il ripetersi di allagamenti delle strade... Secondo la commissione, va rimesso mano al sistema fognario della Capitale, cosa che permetterebbe di predisporre spazi per nuovi canali di servizio: l’idea sarebbe anche quella di portare la banda larga in tutta la città. E ancora, si studia il modo di portare le antenne che tanto deturpano i tetti della Capitale sotto terra. Il tutto, secondo gli esperti, con una immediata ricaduta occupazionale in città.
Ancora beh, "ripensare" è facile e non pericoloso, ma vorrei vederli a rifare tutta la rete fognaria di Roma. A parte il fatto che non si capisce cosa abbia a che fare la banda larga con le fogne: vorrebbero far passare i cavi nelle fogne? Bella poi l'idea di mettere le antenne TV sotto terra: ma si sono chiesti se una antenna sotto terra funziona? (Marconi si rivolta nella tomba). Certa sarebbe poi la "ricaduta occupazionale in città".
Dislocare grandi ospedali specializzati intorno al Grande raccordo anulare... per migliorare la sanità: dislocare grandi nosocomi specializzati intorno al Grande raccordo anulare e attivare in città un sistema di assistenza diretta e immediata, con autoambulanze attrezzate come vere e proprie unità mobili di soccorso per la stabilizzazione dei pazienti.
Questa è forse l'idea più bella: una sfilza di ospedali o nosocomi l'uno dietro l'altro sul raccordo che, come è noto, è sempre percorribile con estrema facilità e sarà senz'altro in grado di dare "assistenza diretta e immediata". Basta, lasciamo stare il seguito nel quale si parla anche di decentrare le stazioni ferroviarie (puntando forse sulla chiusura dell'anello ferroviario, opera che il Veltroni nel 2006 giudicava di impellente necessità...?).
Ma si può sapere perchè un giornale serio come il Messaggero ospita una tale serie di cretinerie?
Nota. - L'amico Roberto Amori ci fa osservare che la produzione di elettricità con i termovalorizzatori è cosa non solo conveniente, ma già realizzata per esempio a Bologna. Verissimo, ma non so quanto sarebbe facile applicarla da Roma in giù: guardate la ridicola opposizione, con l'usuale corredo di cortei, cartelli, ecc., che fanno a Latina per la centrale a turbogas (sembra tra l'altro che al solito non abbiano la minima idea di cosa si tratti: che differenza passa, dal solito abusato punto di vista ecologico, tra usare il gas per la produzione di vapore per le turbine e usarlo in combustione diretta in un motore?).
9 dicembre. Sul sito di Roma Metropolitane* si
trova sempre lo stesso avviso che indica la gara in corso e la scadenza
20/04/2008 (alle ore 13,00); poi pare che la scadenza fosse entro ottobre. In
ogni caso siamo quasi alla fine dell'anno e che ne è di questa gara? Nebbia
fittissima.
* Uno deve chiudere gli occhi per non vedere, all'apertura del sito,
quell'imbecille che punta il dito al cielo.
Aggiornamento. Invece la gara è stata aggiudicata
(informazione da
IlRazziatore@netscape.net); l'avviso di aggiudicazione è visibile in:
http://www.romametropolitane.it/Bandi%20e%20gare/Documenti%20bandi%20e%20gare/Avviso%20DI%20AGGIUDICAZIONE.pdf
Sarebbe interessante sentire ora i vari comitati e, se possibile, una voce
dall'ineffabile Marchi.
2 dicembre. Un certo signore ritiene di essere l'oggetto delle nostre invettive contro i pessimi gestori del trasporto pubblico romano. Prego questo signore di credere che i nostri strali erano tutt'altro che diretti a lui, che tra l'altro non abbiamo il piacere di conoscere personalmente, ma erano diretti ai vari gestori, assessori, amministratori della cosa pubblica a Roma, che nel passato ed anche purtroppo nel presente hanno collaborato e collaborano affinchè la rete tramviaria di Roma si riducesse e resti nelle condizioni che tutti vediamo. Il tutto con una serie di operazioni apparentemente cervellotiche, ma il più delle volte con sfondi politici per favorire questa o quella fazione: chi non ricorda l'assurda e catastrofica soppressione della linea 13 all'apertura della 8? Soppressione condita da una serie di bugie propinateci, come quella della unilinea ad alta velocità che non tollera la coesistenza con un normale tram (e si è visto quale sia oggi la velocità commerciale della 8) e una inventata deficienza di vetture tramviarie, in un momento in cui oltre alla disponibilità di gran parte delle MRS, si disponeva ancora delle venti PCC, vetture ottime ed aggiornate in molti dettagli, mandate alla rottamazione chissà per quale oscuro motivo (non ci si racconti ancor oggi la storia che non frenavano: ciò poteva forse essere vero alla loro immissione in servizio nel 1957-58, ma dopo le varie modifiche condotte dai tecnici dell'ATAC - quelli sì che di tram se ne intendevano - alla fine l'apparato frenante di quelle vetture nulla aveva da invidiare a quello delle Socimi che oggi circolano).
E se vogliamo ancora parlare del solito, usuale, idiota e sottosviluppato odio per il tram, leggiamo un titolo in cronaca del Messaggero di oggi: Gianicolense, incidente sui binari del tram 8... e uno pensa subito ad un incidente tramviario. Ma basta leggere sotto che si scopre che si trattava di un'auto che, sulle rotaie del tram, ha investito un pedone. Ma tant'è, come lasciarsi sfuggire una ghiotta occasione per dar addosso al tram 8, colpevole in questo caso di avere sul posto le rotaie? Imbecilli, ignoranti, faziosi e questa volta l'invettiva va ai giornalisti.
1 dicembre. Da oggi, praticamente sullo stesso percorso della linea filoviaria 90, circola una linea autobus esercitata con gli articolati cacciati da via Nazionale, chiamata 90 deviato (90D sulle tabelle), che si differenzia dalla 90 per terminare in largo Pugliese attraverso viale Jonio, anzichè in largo Labia. Ci si potrebbe chiedere come mai in questo ultimo brevissimo tratto non si sia installato il bifilare per esercitare con filobus anche la 90D (lì non c'è certo la scusa della sovraintendenza). Ma la domanda sarebbe oziosa: la 90D sembra essere non altro che un rinforzo per la 90 filoviaria, già da tempo in crisi per motivi di manutenzione delle vetture e per le famose batterie; anzi, da qualche parte si dice che la metà circa dei filobus sia ferma in deposito.Si accettano scommesse sul futuro dell'attuale filobus a Roma.
29 novembre. Cominciano a vedersi in giro numerosi gli autobus ex in grigio e rosso riverniciati in grigio argento come gli ultimi a metano e sembra che anche due tram Socimi siano apparsi con il nuovo colore. E' spontaneo chiedersi: era proprio necessaria questa operazione di pura facciata, il costo della quale non sarà certo trascurabile? Gli autobus di oggi divengono ben presto dei rottami, molto prima dei loro antenati degli anni Cinquanta e Sessanta ma, se non altro, la verniciatura si mantiene molto più a lungo in condizioni accettabili: si osservino i vari Fiat 491 e simili, i Breda articolati, ecc. entrati in servizio all'inizio dell'era rutelliana, che si presentano ancora più che bene.
Osservazione. Ecco le differenze tra la passata amministrazione, che
per brevità chiameremo veltroniana, e l'attuale che diremo alemanniana.
a) La gestione veltroniana era caratterizzata da un susseguirsi frenetico di
promesse, proclami, manifestazioni e simili, alle quali non seguiva, di norma,
niente. Ma oramai ci eravamo abituati e tutt'al più ci ridevamo sopra.
b) La gestione alemanniana si è invece finora presentata in preda ad una cieca
mania di distruzione: dalla rete di autobus al centro (iniziata con la
dismissione degli autobus articolati, dicono perché sono solo euro 2, ma chi lo
sa per quali altri motivi..., seguita dalla limitazione delle linee in via
Nazionale e dall'assurdo progetto di eliminazione dei capolinea al centro) alla
improvvida cancellazione della rete filoviaria all'EUR (improvvida non perchè
quella rete filoviaria non sia una assurdità oltre ogni limite, ma perchè si è
tentato di cancellarne i progetti senza minimamente verificare in precedenza se
ciò era possibile; ved. notizia sottostante).
27 novembre. Tutto azzerato, si torna alle decisioni veltroniche. Dal Messaggero di oggi:
Dunque l’Assessore Marchi ha fatto retromarcia sul filobus, e ha invitato la società Roma Metropolitane a riprendere la gara d’appalto esattamente negli stessi termini in cui l’aveva sospesa l’estate scorsa, appena insediato (compreso, quindi, il corridoio Eur-Tor de Cenci che avrebbe voluto eliminare).
Menomale che si aggiunge:
Resta da chiedersi come sia possibile che l’Assessore (benché ancora in rodaggio, ragion per cui volentieri gli perdoniamo la cantonata), quando annunciava tagli e profonde riflessioni sull’impostazione della mobilità nel quadrante (malgrado il termine per la presentazione delle offerte fosse già scaduto), lo ignorasse.
Mah! Circa il Marchi, non ci meravigliamo più di niente e meno che mai gli perdoniamo la cantonata. Non ci resta che aggiornare la tabella delle vicisstudini della rete EUR.
22 novembre. Incredibile! A leggere su "Repubblica" del 20 u.s., sembrerebbe proprio che qualcuno sia stato colpito dalla grazia e si sia di colpo convertito al tram: un certo architetto ripropone il prolungamento dell'otto a Termini insieme ad una serie di linee che, se realizzate, farebbero di Roma una città tramviaria da fare invidia alla Berlino anteguerra. Purtroppo, ad una attenta lettura, si scopre che l'articolo, lungi dall'essere un esposto di proposte più o meno condivisibili, è solo un minestrone di chiacchiere senza senso, buono solo a confondere le idee al lettore sprovveduto. Già il titolo e il sottotitolo, nella loro veltroniana enfasi, parlano chiaro:
Quel tram numero 8 arriverà a Termini. I progetti del I municipio: E se via Nazionale è off limits, passi per via Cavour...
Sembra che tutta la questione sia stata sviluppata dal presidente del I municipio in collaborazione con l'architetto sopra citato:
Il tram Otto non può percorrere via Nazionale perché la Sovrintendenza dice no? Allora passi per via Cavour, ma quel tram deve arrivare alla stazione Termini. Orlando Corsetti, presidente del I municipio, non si arrende al divieto e rilancia con un percorso alternativo, per evitare che il prolungamento dell´Otto, adesso limitato al percorso Casaletto-Argentina finisca nell´oblio. Il "suo" progetto, redatto dall´architetto Alberto Rossi, è stato inviato all´assessore alla Mobilità Sergio Marchi e all´Atac spa.
Bene, cerchiamo di confondere le poche ma confuse idee che, come sappiamo, ha il Marchi in fatto di trasporti (a parte che immaginiamo cosa abbia fatto del rapporto del presidente del I municipio). Ma come l'8 arriverebbe a Termini evitando la sacra via Nazionale, è subito spiegato:
Il tram del progetto alternativo da largo Argentina raggiunge piazza Venezia, percorre il primo tratto di via dei Fori Imperiali per poi svoltare su via Cavour, arrivare a Santa Maria Maggiore e attestarsi al nuovo capolinea, in corso di realizzazione fra via Farini e piazza dei Cinquecento.
Meraviglioso: la sovraintendenza che non dà il consenso per via Nazionale, lo darebbe per via dei Fori Imperiali? E dove installiamo il binario, con tutta la palificazione, al centro o ai lati di via dei Fori Imperiali? E ci possiamo immaginare il tram che svolta a sinistra per imboccare via Cavour tagliando il flusso di traffico? Ma il nostro ha pronta un'altra soluzione:
Come alternativa a via dei Fori Imperiali, il municipio propone via Alessandrina, che gira dietro Palazzo Valentini, passa in mezzo agli scavi archeologici per poi riconnettersi a via Cavour.
Un doppio binario in via Alessandrina? E da dove passerebbe per immettersi da via Alessandrina in via Cavour? L'architetto c'è mai passato in via Alessandrina? Ma forse avrà letto in qualche libro sul tram a Roma che all'epoca della SRTO lì ci passava il tram e avrà ragionato "se ci passava cento anni fa, potrà passarci anche oggi". L'architetto, comunque, non si preoccupa di queste quisquilie, avendo ben altro in testa:
Ma il progetto è andato oltre. Ha sviluppato una ramificazione che da largo Argentina, attraverso corso Vittorio, accarezzi piazza Navona, piazza della Chiesa Nuova fino a fermarsi di fronte a Castel Sant´Angelo.
A parte il concetto sublime di "accarezzare" piazza Navona, non si chiarisce come si arriverebbe di fronte a Castel S. Angelo (e poi dove, sul lungotevere di sinistra o su quello di destra?), ma anche qui l'estensore del sedicente progetto deve essersi ispirato alla rete SRTO del 1908; poco dopo ci si richiama del tutto a sproposito all'originale progetto della TVA dell'arch. Insolera (che era invece una cosa seria e che per questo motivo è stato abbandonato). Si hanno infine proposte, queste ancor più vaghe delle precedenti ma in compenso colorate, per un groviglio di binari che interesserebbe buona parte del centro storico:
Si tratterebbe di sfruttare in parte i binari già esistenti, costruendo i tratti mancanti. La linea celeste consiste nell´anello Celio, Palatino, Colosseo, Colle Oppio, Fori Imperiali, piazza Venezia, largo Argentina, via Arenula, lungotevere dei Cenci, Ghetto, Bocca della Verità, Circo Massimo La circolare rossa si snoderebbe invece dalla Scala Santa al Colosseo passando per via Merulana e via Labicana, dal Colosseo si ricongiungerebbe alle altre reti per poi svilupparsi oltre, fino a Testaccio e a Piramide. Infine la linea gialla sarebbe una variante delle altre due per distribuire meglio i flussi dei passeggeri.
Dove siano i "binari già esistenti" al Celio, al Palatino (in mezzo ai ruderi), ai Fori Imperiali, a piazza Venezia, al lungotevere Cenci, al Ghetto, alla Bocca della Verità ecc. lo sa solo l'architetto, ma ancora una volta appare una certa somiglianza con la rete di inizio secolo; manca però la proposta di una linea per via della Consolazione, sotto il Foro Romano, ci pensi, l'architetto e ci tenga allegri con altre mirabolanti proposte.
14 novembre. Questa è la volta del Comitato di quartiere di Fonte Laurentina (ma esistono ancora i comitati di quartiere, gloria e vanto dell'amministrazione pci del 1978? Successivamente si volevano introdurre anche i comitati di palazzo, in perfetto stile bolscevico), che sul periodico mensile "Il Faro" così si esprime:
Il Comitato ecc. ha deciso, nelle riunione
del 6 ottobre, di sottoporre all'assessore Marchi questi due punti, votati
all'unanimità e accettati dai cittadini del quartiere che hanno partecipato al
processo decisionale attraverso la posta elettronica:
1. ribadire che la soluzione ottimale per risolvere il problema del traffico è
la realizzazione della metropolitana;
2. provvisoriamente è accettabile il corridoio di trasporto pubblico in sede
protetta solamente se esso sarà realizzato nella sua interezza, da Trigoria alla
metropolitana della Laurentina, senza che ci siano parti del percorso comuni con
il traffico privato.
Al Comitato ecc. e al suo "processo decisionale attraverso la posta
elettronica" (bella frase che non significa niente) possiamo obbiettare quanto
segue.
1. Che la realizzazione di una metropolitana sia una soluzione per i problemi di
traffico, è una teoria vecchia quasi quanto il trasporto pubblico, da alcuni
accettata come valida, da altri no (noi siamo tra questi ultimi), e non c'è
bisogno che il processo decisionale del Comitato ecc. ce lo ricordi. A
maggior ragione, visto che i vari comitati e simili sembra abbiano poche e
confuse idee sulle metropolitane.
Infatti, cosa intendono per "realizzazione della metropolitana"? a) La così
detta trasformazione della Roma-Ostia, ferrovia locale, in metropolitana urbana?
Se ne è già parlato ed è stato detto che non è cosa possibile; se poi tutto
dovesse risolversi con l'apertura di qualche nuova fermata, non ci sembra chi
gli abitanti del quartiere ne trarrebbero un grande vantaggio, con tutte le
navette che si vorrebbero mettere in servizio. b) La costruzione di una
diramazione della Roma-Lido per il quartiere Laurentino? E' un'idea folle,
irrealizzabile, non si può creare uno sdoppiamento su una linea già quasi al
limite della capacità di traffico. c) La costruzione di una nuova linea di
metropolitana nel quartiere laurentino? Ci mancherebbe altro, ci mettiamo a
scavare metropolitane per ogni quattro gatti che devono spostarsi.
2: E il corridoio? Cosa intendono con questo termine
coniato dal nostro Di Carlo in epoca oramai non diciamo remota ma quasi?
Come dovrebbe essere questo corridoio? Tutto in sede riservata, sembra, ma ciò
contraddice ad una delle tante proteste popolari avutesi sul posto, proprio
contro le sedi riservate. E poi con quali mezzi sarebbe esercitato il corridoio,
con i filobus testé bocciati?
A questo punto vorremmo che il lettore di buona volontà si andasse a rivedere l'infinita serie di progetti e cancellazioni, esternazioni, promesse e smentite; proteste da comitati e simili che si è avuta dal gennaio 2003 fino al oggi: sei anni spesi in chiacchiere e liti di ogni genere, per non concludere niente, il che ci fa pensare che al Laurentino non occorra assolutamente nessun intervento sul trasporto pubblico: vogliono le cose come stanno? Bene, lasciamogliele.
10 novembre. Dal Messaggero di oggi:
«Proseguono a ritmo serrato i lavori nel cantiere della Linea C a Piazza Venezia. Nei prossimi giorni verrà aperta una nuova area di cantiere a piazza Madonna di Loreto per integrare le indagini archeologiche nell'area dove sarà realizzato uno degli accessi alla futura stazione di piazza Venezia». Lo comunica, in una nota, Roma Metropolitane. «Dopo il rinvenimento di una monumentale scalinata romana di età imperiale, in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Roma del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - prosegue la nota - sono stati disposti questi nuovi scavi. Sarà, purtroppo necessario abbattere le alberature esistenti sulla piazza: cinque pini, due cipressi, un leccio e due palme».
E' l'ennesima volta che si smette di scavare in un punto per passare poi ad un altro punto contiguo. Ci vengono in mente gli operai dell'ACEA che quando devono identificare una tubazione difettosa scavano qua e là a caso (non essendoci a Roma nessuno schema affidabile del tracciato di tubi, cavi, ecc.), magari indirizzati dai vecchietti pensionati dell'azienda che indicano, secondo i loro ricordi, il punto dove dovrebbe trovarsi il tubo.
Nel caso in oggetto, lasciando da parte il "ritmo serrato" che sarebbe tutto da verificare e agli ambientalisti la protesta per il taglio degli alberi, ci domandiamo: dove hanno scavato fino a ieri è stata trovata una costruzione, come in un'altra mezza dozzina di punti, in questo caso una monumentale scalinata. Va bene, e allora qualcuno immagina forse che a qualche decina di metri di distanza non si trovino altri preziosi reperti? Ma è possibile che non parli nessuno che conosce la storia di Roma e di tutto ciò che si trova sotto l'area di piazza Venezia (ma anche se parla, i nostri cianciatori non lo ascoltano)? Ma la piàntino di ridurre piazza Venezia ad un colabrodo con questa ridicola, inutile e assurda linea C. Hanno già fatto abbastanza danni, questi cialtroni.
7 novembre. Il nostro Marchi ci aveva detto che
entro ottobre
sarebbe partita la gara per la tecnologicamente avanzata linea
filoviaria.all'EUR. Se ne sa qualcosa? O forse il Marchi ha fatto annullare la
gara per paura che i rotabili non possano superare le notevoli pendenze che si
avrebbero sulla linea? Non saremo mica costretti ad aggiornare la
tabella delle promesse fatte e non mantenute...
Circa poi i provvedimenti di recente presi sulle linee di autobus per via
Nazionale, il primo risultato è che con l'eliminazione delle vetture articolate
(chissà perché venute in improvvisa antipatia ai nostri esperti) e la
soppressione del 40, le vetture del 64 risultano stracariche all'inverosimile ed
a poco vale l'introduzione della linea 101, indicata alternativamente come
"circolare" (ben altre circolari abbiamo avuto...) o "navetta" (è un tipo di
mezzo di trasporto che, per la sua inconsistenza, sembra molto gradito ai
nostri). Aspettiamo con ansia gli sviluppi del piano di eliminazione degli
autobus al centro e la loro sostituzione con "navette", ovviamente
ecocompatibili ecc. ecc..
6 novembre. Si è svolta questa mattina, in piazza Esedra, una manifestazione in favore del tram, promossa da UTP e Legambiente. A questa manifestazione si presentato l'assessore Marchi, a noi già noto per alcune sue strabilianti dichiarazioni. Ma anche questa volta ci ha sbalordito. A chi gli ha chiesto quale futuro abbia la rete tramviaria di Roma, ha risposto con sicumera che è in studio una imponente rete tramviaria, ma a chi gli chiedeva maggiori delucidazioni e chiarimenti su linee e percorsi, ha risposto che tutto sarà illustrato in una prossima serie di incontri e conferenze. Quando, non si sa (ma è chiaro che Veltroni ha fatto scuola e dobbiamo riconoscergli il merito). A questo punto, uno dei nostri, piuttosto ingenuo in verità, ha chiesto al Marchi se non sarebbe piuttosto il caso di procedere rapidamente al tanto discusso prolungamento della linea 8: Eh, no, sembra sia stata la risposta del nostro esperto assessore, lì c'è purtroppo il difficile problema della pendenza del primo tratto di via Nazionale (immaginiamo via Quattro Novembre fino a piazza Magnanapoli), che sarebbe difficilmente superabile da un tram...
Basta; ogni commento è superfluo. Ma si renderà conto, il Marchi, della enormità che ha detto? Ma si vada a studiare la storia del tram a Roma e scoprirà che la tratta in parola era percorsa, nei primi anni del XX secolo, dalle modeste Westinghouse della SRTO della linea 1, che con i loro 76 CV di potenza si trainavano anche un rimorchio, che prima di quelle si arrampicavano per via Nazionale le motrici a terrazzini e le "torpediniere" da 50 CV, e prima ancora per la stessa strada passavano i tram a cavalli. Ma si studi un po' di trazione elettrica, il Marchi, per avere una idea anche pallida delle pendenze che può superare un tram e se la pianti di raccontarci sciocchezze per non dirci una buona volta la verità, cioè che la linea 8 non la vogliono prolungare per il solito idiota, ottuso e anacronistico ostracismo al tram. |
21 ottobre. Nelle ultime settimane si è avuta una fioritura di stupidaggini e chiacchiere, che vale la pena di riassumere.
1. Roma, stop ai jumbo: in centro solo bus leggeri. Già segnalato più sotto.
2. "Torna la minaccia del filobus sul Fosso della Cecchignola e l'associazione Colle della Strega annuncia la sua ferma protesta". È quanto si legge in una nota dell'Associazione Colle della Strega. "Ora basta giochetti sulla pelle dei cittadini e dell'ambiente - continua - Qualunque minaccia di far passare il filobus sul Fosso della Cecchignola sarà osteggiata pesantemente da tutti i cittadini che da ben otto anni combattono per la salvaguardia di questo polmone verde".
A parte il fatto che la scelta del filobus per il quartiere in questione è una assoluta idiozia, ci si potrebbe anche chiedere: ma perchè questa gente ce l'ha tanto col filobus? Perchè un normale autobus che transiti per le stesse strade non desta invece nessuna rivolta? Vien fatto di pensare che costoro non sappiano nemmeno cosa è un filobus; potremmo capire l'ostracismo al tram per via delle rotaie (altra massima espressione di idiozia), ma quanto al filobus? (e non vengano a raccontarci la fesseria che col filobus è necessario tagliare alberi, distruggendo un "polmone verde"; sai che polmone verde sarà...).
3. Atac, tornelli alle fermate contro l'evasione, come si legge sul Messaggero, che seguita:
I tornelli elettronici hanno tagliato drasticamente l’evasione dei biglietti sulle metropolitane, da un anno a questa parte. E allora, si è chiesto qualcuno all’Atac, perché non provare anche per tram e autobus? E così, mentre è ancora in corso la sperimentazione dei tornelli a bordo, su un bus del deposito di Grottarossa,...
Questa è bella, il tornello sull'autobus con la gente in una fila che dalla piattaforma dell'autobus si snoda giù per la strada.
...l’agenzia per la mobilità ha messo a punto uno studio per trasformare le fermate dei mezzi di superficie - alcune, ovviamente, quelle con determinate caratteristiche - in una sorta di piccole stazioni all’aperto: chiuse con tornelli elettronici che consentano l’ingresso soltanto a chi è dotato di regolare titolo di viaggio, biglietto o abbonamento.
Come si farà ad impedire l'accesso alla vettura a chi non è dotato di regolare titolo di viaggio, lo sapranno loro (sarà forse l'autista a dover intervenire, rischiando di essere menato? o ci sarà personale di controllo per ogni "piccola stazione"?). Ma pensino invece a rimettere i fattorini sui mezzi di trasporto. L'articolo segue con la sorprendente affermazione che l'ATAC ha accertato che sulla linea 451 (il famigerato corridoio di via P. Togliatti): si ha un tasso di evasione accertato del 10,4 per cento; mah, forse la virgola è un errore di stampa, dovevano scrivere 104%.
4. Scontro fra due tram a Roma, torna la «maledizione» dell'8. Ovvio, un tram della linea 8 svia e provoca lo svio di un convoglio sul binario adiacente; un incidente senz'altro singolare, ma che basta a dare il via alla solita serie di scemenze e balle sulla linea 8, con il regolare riassunto degli "innumerevoli" incidenti capitati sulla 8, che a conti fatti ha avuto incidenti nè più nè meno che le altre linee. L'articolo, sul Corriere della Sera, termina con un anatema lanciato da tale Giacomelli Ivano, segretario nazionale del notissimo CODICI , celeberrimo e competentissimo Centro per i diritti dei cittadini*: "Troppi incidenti, troppi deragliamenti, troppi guasti e avarie; urge una verifica della linea, delle vetture e delle risorse umane". Bellissima la richiesta di verifica delle risorse umane (ma il Giacomelli Ivano sa cosa sono?).
* Che fa coppia con il Comitato mamme; a parte questo, a nessuno viene in mente che potrebbe essere più utile un CODOCI, Centro per i doveri dei cittadini, primo dei quali dovrebbe essere il non rompere le scatole al prossimo?
18 ottobre. Apprendiamo dal Messaggero del 17 u.s. una serie di provvedimenti, a prima vista del tutto cervellotici se non ridicoli, che i nostri attuali amministratori (che si stanno sempre più rivelando degni successori dei precedenti) intenderebbero prendere. Ecco infatti innanzitutto il titiolo dell'articolo:
Roma, stop ai jumbo: in centro solo bus leggeri. Ecco i nuovi percorsi delle linee 40, 60 e 170.
I soliti idioti chiamano in questo caso "jumbo" gli autobus articolati (altre volte sono i tram, ma con una sottile differenza: il jumbo-tram deve essere a tre o più casse, mentre per il jumbo-autobus ci si contenta di due); quanto ai "bus leggeri" non è chiaro quali siano. Ma l'articolo segue:
Subito via i jumbo bus da via Nazionale, limitando e deviando le linee che passano per la storica strada umbertina, dove adesso l’emergenza si chiama “lavori in corso”. Il provvedimento, che entrerà in vigore a novembre sull’asse piazza della Repubblica-piazza Venezia, rappresenta il primo passo della rivoluzione del trasporto su gomma, immaginata dall’amministrazione capitolina per il centro storico.
Che gli autobus Breda articolati siano degli emeriti bidoni è cosa nota da tempo, come è anche noto che furono introdotti dall'esimio Rutelli con uno dei soliti provvedimenti di facciata, tanto cari al suo degno successore. Ma perchè, improvvisamente, debbano essere radiati innanzitutto dalla "storica strada umbertina" (ma è proprio umbertina via Nazionale? il nostro amico Mauro di Pietrantonio ne scrisse una volta l'interessante storia) e poi da tutto il centro storico? Dall'articolo non si riesce assolutamente a capire i motivi di questa decisione. Ma non solo devono sparire gli articolati, visto che si prevede anche
...l’eliminazione dei capolinea nel cuore della città, a piazza San Silvestro e piazza Augusto Imperatore, lo stop ai mezzi pubblici ai margini del centro storico (Piramide, Termini) e la creazione di navette “leggere” per collegare i quartieri all’interno delle Mura Aureliane...Il primo step studiato dall’Atac prevede «di limitare il percorso della linea 60 Express (proveniente da Talenti) a Termini, abbandonando il tratto in direzione Partigiani, e di limitare il percorso della 170 (che parte dall’Eur e passa da Marconi e Testaccio) a piazza Venezia, abbandonando il tratto in direzione Termini»...La 40 Express (Termini-Castel Sant’Angelo) avrà invece una capacità ridotta, utilizzando bus da 12 metri, al posto dei jumbo, mentre «è stata prevista la deviazione del percorso della linea 70 (in direzione di piazzale Clodio) sulla direttrice via Cavour-via Milano, con abbandono del tratto di via Nazionale compreso tra piazza della Repubblica e via Milano». Resterebbero la linea 64 - quella preferita dai turisti, che collega Termini con San Pietro - e la H (quella degli ospedali): entrambe sono servite con normali autobus da 12 metri. Complessivamente, secondo lo studio dell’Atac, in via Nazionale saranno soppresse 108 corse (per senso di marcia) Per ovviare alla diminuzione della capacità di trasporto offerta, è prevista l’istituzione di una navetta Termini-piazza Venezia-Termini, con bus di 12 metri e frequenza di passaggio per a una ogni sei minuti (nelle ore diurne). La navetta garantirà una capacità massima di 16.200 passeggeri al giorno, contro gli 88.560 delle linee limitate o deviate.
L'impressione che questi si siano ammattiti è rinforzata quando andiamo a leggere del secondo step:
Appena i lavori in via Nazionale saranno finiti, si passerà al secondo step: i jumbo bus rientreranno definitivamente in deposito e si procederà all’eliminazione dei terminal di piazza San Silvestro e piazza Augusto Imperatore, che renderà definitiva la “potatura” delle linee che terminano o transitano nel centro storico. Le porte d’ingresso del centro storico, per chi arriva in autobus, diventeranno piazza dei Cinquecento (Termini) e piazza Venezia, dove termineranno quasi tutte le corse “radiali” (dalla periferia al centro).
Nulla ci viene detto circa le "navette": sarebbero anche capaci di propinarci quelle scatolette elettriche ad accumulatori che circolano oggi in certe strade centrali. Comunque, se le promesse saranno mantenute, almeno ci sarà da ridere.
Esempi di giornalismo. Ecco cosa si legge sul Messaggero di oggi circa l'incidente che ha causato ieri il fermo della ferrovia Roma-Lido (che tra l'altro è stata riaperta al traffico solo oggi alle 13,30):
...sarebbe bastato il ritardo di una frazione di secondi nel fulmine che ha fatto crollare il cavo dell’alta tensione sulla ”Freccia del Mare” all’altezza del km 17,500 della RomaLido. Erano le 11,50 e i 20 mila watt di potenza dell’alimentazione del treno hanno sfondato un finestrino e sciolto la lamiera in un foro da un metro per trenta centimetri.
Il "cavo dell'alta tensione" crollato dovrebbe essere il filo di contatto, alla modesta tensione di 1500 V, che sarebbe stato tranciato da un fulmine (sarà...); da dove siano poi arrivati i "20 mila watt" che hanno sfondato un finestrino e "sciolto" una lamiera, qualcuno ce lo deve spiegare (sono pochini per essere stati dati dal fulmine). Il Giornale ci spiegava invece che un fulmine era caduto su un pantografo del trenino.
17 ottobre. E' veramente encomiabile lo
zelo, diremmo quasi la passione, con il quale all'ATAC revisionano le
Stanga; è forse un residuo delle abitudini dei vecchi tempi, quelli
della ricostruzione delle "rinnovate"? La 7017 è uscita con le porte
delle Socimi (foto di M. Ciaffei). Nota postuma. Il web editor ha ripetuto una fesseria del Ciaffei: le porte non sono delle Socimi, ma di certi autobus. |
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1 ottobre. Questo il titolo di un articolo apparso oggi su "Il Messaggero", titolo che a prima vista ci ha riempito il cuore di speranza, speranza però subito sfumata leggendo il seguito; dal quale articolo, sembra potersi evincere che la confusione nel campo del trasporto pubblico che ha caratterizzato la passata amministrazione comunale si è traslata pari pari, anzi forse aumentando, nell'amministrazione attuale. Ecco qualche stralcio dell'articolo in questione.
Il tram su gomma dalla Laurentina a Tor Pagnotta e la trasformazione della Roma-Lido in metropolitana leggera, potenziando così le linee di trasporto all’interno del quadrante sud della città, ora in grande sviluppo ma con ancora pochi mezzi pubblici. Questi i tanti temi affrontati e discussi fino a ieri sera dall’assessore alla Mobilità con i dirigenti del XII municipio e tutti i comitati di quartiere.
Lasciando perdere la trasformazione della Roma-Lido in metropolitana, discorso - come abbiamo più volte notato - assolutamente privo di senso, sembrerebbe a prima vista che il sedicente tram su gomma, già più volte promesso e altrettante volte per nostra fortuna smentito, si riaffacci all'orizzonte romano Ma non è tanto semplice, visto cosa recita il seguito dell'articolo:
Quattro ore di discorsi, progetti,
statistiche per arrivare alla realizzazione del filobus Laurentina-Tor Pagnotta
che arriverà fino a Trigoria, e da qui finalmente si potranno raggiungere il
Campus Biomedico e il cimitero.
«Un incontro importante per non perdere i finanziamenti, 167 milioni di
euro, di cui il settanta per cento rappresentato da risorse di Stato e Regione -
spiega l’assessore capitolino Sergio Marchi - entro ottobre ripartirà la gara,
poi si arriverà al progetto definitivo, fino all’apertura di un tavolo con la
Regione dove lavorare insieme alle varie modifiche. Perciò i cantieri potrebbero
già aprire prima dell’estate del prossimo anno».
Ahi, il tram su gomma è già tornato filobus, che sarà però prolungato a Trigoria (ma non si era già detto?) per il campus biomedico (dovrebbe essere una parte di università, ma non lo sappiamo con esattezza) e il cimitero. Possiamo stare tranquilli, comunque, visto che il Marchi (che, come è noto, è un esperto in filobus) ci assicura che la gara partirà entro ottobre (cioè entro 30 giorni...) e i cantieri potranno essere aperti prima della prossima estate; questa solerzia ci ricorda analoghe promesse di rapidissime realizzazioni.
Queste le modifiche da apportare alla linea che si può chiamare ora Laurentina-Trigoria, modifiche avvenute dopo aver ascoltato le richieste di una decina di comitati di quartiere: i tempi di percorrenza diminuiranno da sei a tre minuti; nei trecento metri sulla Laurentina, all’altezza di via Sinigallia, il filobus non viaggerà sulla corsia preferenziale (è un tratto troppo stretto avevano denunciato i residenti di Giuliano Dalmata); su via di Trigoria, al termine della linea, verrà realizzato un nodo di scambio.
Qui le cose si fanno oscure, vista anche la decina di comitati da consultare, che daranno altrettanti diversi pareri (speriamo che non dimentichino il Comitato mamme del quartieri giuliano-dalmata). Il tempo di percorrenza che a quanto pare era previsto in sei minuti, si dimezzerà in tre minuti (ma quanto è lunga questa linea, un chilometro?); la linea non percorrerà la corsia preferenziale che a quanto pare sarebbe troppo stretta (cioè utilizzerà la normale sede stradale, promiscuamente con il traffico privato? bah!). Ma altre sorprese ci aspettano:
Quelli che viaggeranno sulla linea Laurentina-Trigoria sono mezzi ad alta tecnologia, guidati da un sistema magnetico che passa sotto il manto stradale, ma soprattutto sarà un corridoio di 3,9 chilometri che ridurrà notevolmente i tempi di spostamento per migliaia di cittadini.
No, non ci siamo, non è nemmeno filobus, ma qualcosa che ricorda maledettamente il Phileas, già annunciatoci e poi scartato. Ci si dice anche che la linea sarà lunga 3,9 km: quindi la velocità media dei potenti mezzi (su 3 minuti di percorrenza senza sede propria) sarà di ben 80 km/h e tenendo conto delle fermate, avviamenti ecc. gli altamente tecnologici mezzi si potranno presentare a Monza. Segue l'usuale distribuzione di disinformazione:
Una soluzione, come quella del tram su gomma, già attiva a Eindhoven in Olanda e in alcune città francesi e che qui riparte dopo quasi quindici anni: sono veicoli a basso impatto ambientale, essendo alimentati con un sistema ibrido a metano ed elettricità, mezzi che andranno a 20, 24 chilometri orari, un po’ meno della metro. Ogni veicolo, lungo fino a ventiquattro metri, (più dei jumbobus per intenderci) può trasportare anche duecento passeggeri, per una capacità complessiva di tremila persone ogni ora.
Il Phileas ha solo circolato in via sperimentale, senza fornire un effettivo servizio, a Eindhoven; non si è mai visto in Francia, dove solo due sono le linee di trasporto guidato su gomma (piantamola con questo "tram su gomma") in funzione, il TVR che a Nancy ha dato una prova fallimentare e il Translohr che funziona, più male che bene, a Clermont-Ferrand. Inoltre, come già più volte detto, la regolamentazione itailiana non permette veicoli su gomma di 24 metri di lunghezza. Oltre a ciò, il tram su gomma non "riparte dopo quasi quindici anni", non essendo mai partito altro che una serie infinita di chiacchiere da salotto nel dicembre 2002, ossia circa sei anni fa.
La trasformazione della Roma-Lido in metropolitana leggera, manda in soffitta, almeno per il momento, la creazione della linea Eur-Tor de’ Cenci.
Allora la conclamata trasformazione della Lido in metropolitana comporterebbe anche una diramazione. Boh, andiamolo a chiedere al Calzetta. Una cosa è certa, dobbiamo aggiornare la nostra rubrica sulle linee dell'EUR, che avevamo imprudentemente considerato chiusa e, come abbiamo spesso dato dei cialtroni ai precedenti amministratori, ci viene la tentazione di gratificare anche gli attuali con lo stesso epiteto.
Aggiornata tabella progetti EUR
24 settembre. Da "Eur Torrino", free press mensile di quel quartiere, su un'intervista al presidente del XII municipio P. Calzetta:
Sulla questione del filobus, c'è stato il giusto stop del nuovo assessore comunale. Ovviamente questo non significa che non c'è la volontà di capire e modificare, ma fermarsi un attimo è d'obbligo. Pensiamo al quartiere Giuliano - Dalmata, che diverrebbe zona a sé, in quanto attraversato dai binari.
Sì, i binari dell'alta velocità Roma-Tor Pagnotta. Consigliamo al (1/2) Calzetta di interpellare il ben noto e competente Comitato Mamme per meglio "capire e modificare" (segnalazione di Andrea Ricci).
Nota. E' inconcepibile come, per alcune persone, il binario sia un tale incubo da indurle a dire cose senza capo nè coda: un quartiere traversato da un binario (quello vero, ad es. tramviario) sarebbe "una zona a sè"? A noi parrebbe esattamente il contrario.
23 settembre. Dopo lunga malattia si è spento, domenica sera, il geometra Giuseppe Arena, fondatore e presidente del museo della ferrovia Roma-Fiuggi presso la vecchia stazione delle Vicinali. Appassionato fin dalla sua nascita della stessa ferrovia dove il padre, Ettore, lavorava come capostazione, per anni aveva accarezzato il sogno di realizzare un museo dedicato alle Ferrovie Vicinali, che tanto contribuirono allo sviluppo sociale e urbanistico del territorio. In questi ultimi tre anni, finalmente aveva potuto realizzare questa sua grande aspirazione, grazie alla collaborazione con vari organismi pubblici e privati e con il contributo di associazioni amatoriali del settore (David Nicodemi). |
11 settembre. Pare proprio che il sindaco Alemanno abbia mantenuto la promessa, il parcheggio sotto il Pincio non si farà. Speriamo che una volta per tutte si rinunci a svuotare il sottosuolo della città per creare tanto mastodontici quanto dannosi parcheggi e simili e ciò non vale solo per il Pincio, ma per tutti i quartieri nei quali si è freneticamente scavato per il così detto PUP; la città non è solo quella in superficie, sulla quale si vive e ci si muove, ma è anche quella di sotto, dove sono conservati 2000 anni della nostra storia. E' semplicemente da idioti-sottosviluppati (categoria molto diffusa) pensare di estrarli per mettere al loro posto dei depositi di ferraglia.
9 settembre. Dal Messaggero dell'8 c.m., ennesima serie di fesserie sulla Roma Nord. Eccone qualche passo.
I treni della Roma-Civita Castellana-Viterbo, la linea utilizzata ogni mattina da 75 mila pendolari, sono probabilmente fra i più brutti, impresentabili e anacronistici che si possono vedere sui binari non solo nel Lazio, ma in Italia.
E' semplicemente falso. I rotabili della Roma Nord, ex SRFN, da quelli originari costruiti nel 1932 (ancor oggi modello di robustezza ed efficienza), a quelli delle forniture del 1994-95 e del 2000 e anni seguenti, non sarebbero nè brutti, nè tantomeno anacronistici (se anacronistico si può definire un rotabile del 2000...), se solamente fossero stati mantenuti in stato appena decente. Al contrario, la manutenzione è assolutamente mancata, oltre al solito fatto, caratteristico della gestione Me.tro. di ogni ferrovia (vedi metro A e B, Roma-Ostia), che sono stati lasciati completamente in balia dei sottosviluppati-idioti-grafomani che li hanno completamente deturpati.
Una cosa inaccettabile», dice l’assessore regionale ai Trasporti, Franco Dalia. Che spiega: «Abbiamo concluso l’acquisto di dieci nuovi treni. Cinque saranno utilizzati per il servizio urbano, cinque per quello extraurbano». Secondo la Regione, entreranno in servizio, al ritmo di uno al mese, da novembre 2009, vale a dire fra un anno.
Siamo al solito veltronismo. Per fare finta di risanare una ferrovia in condizioni disastrose ci si affida alla più classica operazione di facciata: nuovi e supermoderni treni, con aria condizionata e fronzoli simili, tutte le solite balle che per anni ci hanno propinato. Ma possiamo anche seguitare perchè, attenzione, adesso viene il più bello.
Ma il futuro degli investimenti su questa linea gestita da Met.Ro. corre parallelo con una doppia operazione: chiusura dell’aeroporto di Ciampino, apertura dell’aeroporto di Viterbo. Cosa c’entra? Partiamo da una data: metà 2010. Per allora, secondo Dalia, sarà possibile inaugurare il nuovo scalo di Viterbo che dovrebbe diventare l’aeroporto low cost del Lazio.
Quindi: fra due anni avremo un aeroporto a Viterbo, in sostituzione di quello di Ciampino. Va bene che Veltroni non c'è più, ma ci sarà sicuramente il suo fantasma ad ispirare queste fantasie che ricordano le date previste per la metro C...; ma si seguita:
«Con i lavori di potenziamento della linea gestita da Met.Ro. - è la tesi di Dalia - si arriverà da piazzale Flaminio a Viterbo in un’ora e dieci minuti, con treni dedicati al servizio espresso, che viaggerebbero paralleli a quelli che invece proseguiranno il servizio per i pendolari». Ma perché non investite i soldi sull’altra Roma-Viterbo, attualmente più rapida, quella di Trenitalia che parte da Roma Ostiense? «Perché - ricorda Dalia - quella linea non è nostra. Invece, sulla Roma-Civita Castellana-Viterbo possiamo fare investimenti diretti».
Qui ci viene un dubbio: il Dalia è nato ieri o tenta di prenderci per i fondelli? Ha mai percorso, il Dalia, i 102 km della Roma-Civitacastellana-Viterbo, che si snodano con infinite curve e controcurve, all'epoca volutamente costruite per superare il fatidico limite di 100 km necessario ad ottenere certi sussidi governativi? La nuova direttissima-SRFN-alta velocità Roma-Viterbo che tracciato seguirebbe? Seguirebbe parallelamente le curve della attuale linea o tirerebbe diritto a razzo su strutture di cemento armato tipo Roma-Firenze, dopo aver speso miliardi in espropri di terreni, fabbricati e simili? E l'attuale linea, destinata a non ben definiti "pendolari" (perchè gli utenti della direttissima-alta velocità non sarebbero tali), resterebbe come è oggi? Meravigliosa, infine, l'ultima nota: ammoderniamo la ex SRFN perchè è nostra, non la linea FS perchè è di altri! Questo è il modo di salvaguardare gli interessi dei cittadini.
Concludendo: vogliamo seguitare nella linea veltroniana delle faraoniche, irrealizzabili, inutili e ridicole promesse? Dovremo riaprire una rubrica per promsse mai realizzate e simili? Ci pare proprio di si.
26 agosto. ...e invitiamo il sindaco Alemanno a mantenere la promessa fattaci in periodo pre elettorale. Segue un documento inviatoci dal collega avv. Donzelli; è ovvio che sull'argomento concordiamo in pieno.
DA UN DOCUMENTO DEL WWFPincio, falso per devastazioneLa decisione sul parcheggio del Pincio è senza dubbio la chiave di volta del futuro di questa città. Il sindaco Alemanno a pochi giorni dalla fine della campagna elettorale ha promesso pubblicamente che, se fosse stato eletto, il parcheggio non si sarebbe più realizzato. Pochi giorni dopo, contro tutte le previsioni, viene eletto. I confronti col voto provinciale mostrano che anche una parte degli elettori di centrosinistra hanno votato per lui. Probabilmente sono quelli che hanno visto com'è stata ridotta la terrazza del Pincio, o tutti quelli che trovano eticamente inaccettabile del diritto ad arrivare con la macchina ovunque, e ovunque disporre di un parcheggio; che se un'area viene pedonalizzata, i posti auto invece di essere semplicemente cancellati come avviene ovunque nel mondo, debbano essere sostituiti da altrettanti costruiti con grande dispendio di denaro pubblico sopra o sotto terra, comunque nelle vicinanze e in nessuna correlazione con le infrastrutture di trasporto pubblico. Che tale politica sia stata portata avanti da una coalizione sedicente ambientalista con una pervicacia degna di migliori cause è cosa che deve aver provocato intensi mali di stomaco a molti, tanto da preferire uno che, pur provenendo da una parte politica decisamente allergica alle regole e ai vincoli come ciarpame inutile e dannoso per i nuovi miracoli italiani, il senso del rispetto dei luoghi ce l'ha, e ben radicato. Una persona che seppure attraverso una chiave di lettura diciamo così tolkeniana sa che c'è un genius loci molto forte, e in certi posti più che in altri. Tale anima ha una sua sacralità che non può essere bruciata sull'altare degli interessi affaristici. E però il neosindaco ha portato la situazione ad uno stallo. Ha scelto una commissione di saggi, più per prendere tempo e per alleggerirsi del peso della responsabilità di una scelta forte quale bloccare, a lavori iniziati e contratto firmato, la realizzazione del parcheggio. Alle perplessità e contrarietà di alcuni saggi e di Italia Nostra motivate sulla base dei contenuti archeologici (dei quali alla stragrande maggioranza dei romani non può importare di meno) dello sperone del Pincio, da svuotare e riempire di acciaio, cemento e automobili, si contrappongono le polemiche degli esponenti dell'ex maggioranza, Panecaldo in testa, che sostengono spalleggiati da Legambiente che i parcheggi intorno al centro sono una battaglia di civiltà perché solo grazie a quelli si potrà pedonalizzare il centro storico, e che per questo obiettivo val la pena sacrificare qualche reperto, o magari fare un po' di cerchiobottismo e salvare reperti e posti auto, così tutti sono contenti. E temiamo che sia questa la strada su cui si sta incanalando il dibattito. Che ha lasciato fuori però proprio la ratio dell'opera: ovvero la sua opportunità ed efficacia rispetto agli scopi dichiarati, cioè togliere le auto dal tridente, che potrà diventare un'isola pedonale. Questa è una promessa scritta nel vento e nell'acqua. Perché è chiaro a tutti che, ragionando nel lungo periodo e uscendo da una certa visione miope e provinciale, l'isola pedonale è un qualcosa che il primo futuro sindaco di orientamento diverso può spazzare via in una settimana, mentre se tra dieci, venti o cinquanta anni una coalizione mette nel programma la chiusura del parcheggio del Pincio realizzato e vince a larghissima maggioranza, sa che dovrà comunque impiegare una marea di tempo e di soldi, perché ben ancorato al suolo e ai certificati di proprietà dei posti auto venduti oggi a dieci e domani espropriabili da mille in su. Perché ciò che viene messo in vendita sono dei terreni resi edificabili dentro Villa Borghese a due passi da piazza del Popolo. Speculazione edilizia della peggior specie, perché in danno al patrimonio di tutti. Beffa delle beffe, per sovvenzionare il business dei SUV del vippaio accampato all'Hassler piuttosto che al Plaza, ogni famiglia che paga le tasse a Roma dovrà sborsare un paio di bigliettoni da cento. Il tutto senza avere in cambio nulla. Nemmeno l'isola pedonale. O c'è qualcuno sano di mente che crede davvero che, una volta istituita, i macchinoni targati CD, SCV e RSM non continueranno a scorrazzare su via del Corso, fregandosene dei divieti? Agli invalidi sarà comunque per forza di cose consentito l'accesso e il parcheggio, così come ai taxi e a tutti i mezzi di Polizia, soccorso e servizio, nonché ai trasportatori di merce e a tutte le scorte. Non cambierà molto la situazione. Inoltre, almeno nel progetto iniziale è previsto che i tre assi saranno “pedonali” ma nelle stradine di congiunzione ci sarà posto per i parcheggi moto. E come faranno a raggiungerli, se via del Babuino, via del Corso e via di Ripetta saranno isole pedonali? Volando? O ci saranno eccezioni per le moto dirette ai parcheggi? E un'isola pedonale infestata di moto e motorini: che razza di isola è? Oggi poi equiparati ai motorini sono i quadricicli leggeri, macchine in tutto e per tutto tranne che per la targa, grandi come una vecchia Fiat 126 e forse più inquinanti; con la differenza che l'italiana costruita in Polonia scomodamente ma 4 persone le portava, i quadricicli al massimo due, anzi stando alla legge ne potrebbero portare una sola, alla faccia della sostenibilità. E' falso che facendo il parcheggio del Pincio si libererà il tridente dalle automobili La frottola del parcheggio che serve a togliere le macchine dal tridente per metterle sottoterra oltre a non stare né in cielo né in terra, è un chiaro esempio di inquinamento e imbarbarimento culturale e un pericolosissimo precedente. Perché se passa il principio che per pedonalizzare un'area bisogna a tutti i costi garantire dei posti auto sostitutivi da un'altra parte, abbiamo chiuso. Il diritto al posto macchina sotto casa non sta scritto da nessuna parte, e guai a promuoverlo. Ma è proprio questo il tasto su cui ha battuto chi ha fortissimamente voluto, come se si trattasse di una “grande battaglia di civiltà” il parcheggio del Pincio. Che è stato autorizzato, come chiunque può leggere sui bandoni di cantiere, grazie ai poteri speciali concessi dal Governo in regime di Protezione civile (ovvero con la facoltà di fregarsene di leggi, vincoli e regole) per fronteggiare l'emergenza traffico che ha reso invivibile la città. E quindi logicamente, dato che è resa invivibile da chi usa l'auto per spostarsi sempre e comunque, premiamolo con nuove strade e parcheggi che incentivano a maggiori acquisti ed utilizzi di veicoli a motore e rendiamo invivibili anche le poche aree scampate all'assedio o faticosamente liberate. Non ci si venga a dire che questo è furore ideologico. Questi signori ci dimostrino con i fatti e i numeri un solo caso in cui, dopo la costruzione di una strada o un parcheggio, le condizioni di traffico, il parco veicoli e l'inquinamento siano diminuiti, e gli daremo ragione. Invece sono quindici anni che a Roma non si fa altro che costruire box, strade, svincoli, tangenziali e parcheggi e il risultato è che nel Lazio abbiamo 66 auto ogni cento abitanti, record di densità europeo, subito dopo gli USA. Che diventa mondiale se ci si riferisce ai veicoli a motore, perché all'estero non hanno nemmeno un decimo delle moto e motorini che abbiamo noi, e che sono proporzionalmente ancora più deleteri per l'ambiente. Lo sapevate che...
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26 agosto. ...sono quelle che si possono leggere su un libretto da poco apparso in libreria, intitolato "Avanti c'è posto" (che originalità!). Pubblichiamo qui sotto un commento di David Nicodemi.
Ci mancava soltanto il libro per completare l'opera. L'ex-assessore all'immobilità di Rutelli, Walter Tocci, noto esperto di trasporti pubblici, faccio per dire ovviamente, traccia il suo bilancio nel libro 'Avanti c'è Posto', nelle librerie da qualche mese.
Walter Tocci - si legge nella presentazione - ricostruisce in questo volume la storia del tram a Roma (oh, mio Dio!), con particolare riferimento agli anni novanta (uno dei periodi più incerti del trasporto pubblico), analizzando le relazioni del trasporto pubblico con i caratteri urbanistici, sociali e culturali della capitale. Ma sentite questa, a stento trattengo rabbia e ilarità: "Fra i principali artefici di un importante rinnovamento della viabilità romana". Nessun accenno, neanche a dirlo, alle pompose promesse elettorali mai mantenute, alle discutibili scelte in seno ai trasporti pubblici - la faraonica linea C su tutte - che secondo lui doveva essere consegnata nel 2000; al riguardo, rammento ancora l'assemblea pubblica a Grotte Celoni nel 1999, dov'è stato per giunta ampiamente fischiato, e l'introduzione delle strisce blu perfino negli ospedali. Comunque, per capire meglio le idee di questo uomo, in materia di 'cura del ferro', è opportuno soffermarsi alle pagg. 86-87.
Nello stesso bacino (parla del tram sulla Prenestina), si presenta una formidabile occasione in seguito alla realizzazione della linea C, la quale sostituisce il tratto esterno della vecchia ferrovia Roma-Fiuggi e lascia come residuo il tratto interno da Centocelle a Termini. Già nei primi studi della metropolitana avevamo intravisto, come uno dei vantaggi più importanti del tracciato, la possibilità di utilizzare questo residuo della vecchia ferrovia per farne un moderno tram. L'attuale impianto va completamente smantellato: è una tecnologia obsoleta (lo credo bene, l'hanno abbandonata a sé stessa) a scartamento ridotto e incompatibile con tutte le altre linee, con inserimento urbano indecente (ma non mi dire!), delimitato da assurde trincee sulla Casilina.
La domanda sorge spontanea: ma nelle città del nord, come a Napoli, in Sicilia e in Sardegna nonchè in Austria o in Svizzera, gli amministratori pubblici sono diventati matti, visto che hanno investito sulle ferrovie a scartamento ridotto di storiche origini?
Adesso arriva il meglio: ...al suo posto si deve realizzare un tram di standard europeo, restituendo alla via consolare la funzione e l'immagine di una strada di qualità. Sorvolando sul solito vizio di giocare con le parole ad effetto, tanto per far digerire ai cittadini il completo smantellamento di una ferrovia, usando espressioni del tipo tram moderno o corbellerie del genere; Calamante, successore di Tocci in tutto, è arrivato a dire, un tram ecocompatibile sostituirà la ferrovia, ma cosa significa "strada di qualità?
Andiamo avanti. Verso l'esterno può essere prolungato a Torrespaccata fino a servire l'università di Tor Vergata, che ormai è diventata un grande campus, senza avere ancora risolto i problemi di accessibilità che non furono neppure presi in esame ai tempi della sua localizzazione. Siamo al delirio. Ma dov'era Tocci nel momento in cui il suo sindaco, Rutelli, tra l'altro nominato dal governo Prodi commissario straordinario dei lavori per il Giubileo, creava la Nuova Tor Vergata? Inoltre, ora il massimo sostenitore della C, che nei primi progetti doveva raggiungere proprio Tor Vergata attraverso la costruzione della diramazione (tratta T6 bis), ci vuole propinare il prolungamento di un fantomatico tram?
Verso il centro - continua Tocci nel suo intervento sconnesso e contraddittorio - all'altra parte del Pigneto, quando incontra la linea C, il nuovo tram può abbandonare il sedime attuale e utilizzare i binari della tranvia della Prenestina per andare a Termini. Si aumenterebbe l'offerta di trasporto nel tratto più denso del quartiere Esquilino e allo stesso tempo si potrebbero eliminare i binari su via Giolitti, salvando quella via dal degrado e valorizzando i suoi monumenti migliori, dal teatro Ambra Jovinelli, alla chiesa di Santa Bibiana al Tempo di Minerva Medica, una delle più belle architetture classiche, maltrattata come spartitraffico. Bene, questa è nuova, la ferrovia comporta degrado: ebbene sì, secondo Tocci è colpa della ferrovia se l'intero Esquilino è piombato nel degrado più assoluto; sì, proprio così, l'origine del male è da ricercare soltanto in quei due binarietti. E che nessuno si azzardi a dire il contrario; ad affermare che l'Esquilino si trova in quelle condizioni, ricettacolo di delinquenza e prostituzione, a causa della NON politica adottata dalle Giunte di cui Tocci faceva parte. Mah!
Si eviterebbe anche l'attraversamento dell'area archeologica di porta Maggiore (pure?!?!?), migliorando il progetto qui pubblicato. Con la nuova tranvia il parco di Centocelle diventerebbe la grande isola verde e archeologica della periferia orientale, pienamente accessibile dal resto della città!
Contiamo di ritornare prossimamente sul contenuto di questo aulico libello.
19 agosto. Il progetto filoviario dell'EUR appare definitivamente tramontato. Apprendiamo infatti (da un articolo su La Repubblica) che la linea EUR-Tor de' Cenci, primo tram su gomma dell'epoca veltroniana (dicembre 2002), è stata eliminata, mentre per l'altro ex tram su gomma, che anzi in origine era il Phileas (dicembre 2004), il percorso si prevede allungato ma non servito da filobus, Quest'ultimo punto è in realtà poco chiaro nell'articolo citato, in quanto si parla anche di trasformare la linea in metropolitana leggera (non ci si illuda però che questo preluda ad una linea su ferro: oggi tutto è metropolitana leggera, anche un percorso ciclabile).
Nonostante riteniamo giusto rinunciare al filobus, progetto solo propagandistico e in linea con la politica trionfalistica veltroniana (se proprio di vuole riproporre il filobus, lo si proponga dove serve: al centro, e non in un quartiere ultraperiferico), non possiamo fare a meno di sorridere leggendo alcuni punti dell'articolo, quali:
"Abbiamo deciso di rimodulare il progetto perché troppo impattante con l´impianto urbanistico della città - spiega il minisindaco di centrodestra - il filobus che dall´Eur doveva arrivare a Tor de´ Cenci ci costringeva a togliere parcheggi, a ridurre l´ampiezza delle carreggiate e a distruggere interi giardini. E soprattutto non tutto il filobus correva in un percorso protetto, ma doveva passare in mezzo alla strada". Tuttavia, il piano era stato studiato dalla precedente giunta per cercare di dimezzare i tempi di percorrenza: da oltre un´ora a circa 20 minuti. «Intensificheremo le linee degli autobus, ci saranno più corse di treni sulla Roma-Lido e cercheremo di trasformarla al più presto in metropolitana leggera», racconta Calzetta.
Chiederemmo al "minisindaco", che poi sarebbe il presidente del XII Municipio, come sarebbe possibile ridurre ad un terzo il tempo di percorrenza (da un'ora a 20 minuti) solo con il filobus al posto di un autobus; oltre a ciò, il povero filobus viene adesso accusato di distruggere quartieri e giardini e di non avere un percorso tutto protetto, ma di passare - ohibò - in mezzo alla strada. Bellissima infine la solita promessa di aumentare le corse sulla Roma-Lido, linea notoriamente al limite della saturazione (segnalazione di M. di Pietrantonio)
1 agosto. Sembra che il progetto della rete filoviaria all'EUR sia stato sospeso e si suppone (e si spera) che venga del tutto annullato. Si concluderebbe così una delle più ridicole telenovelle del nostro sistema di trasporto urbano, che ha visto questo quartiere interessato dai più inutili, assurdi e irrealizzabili progetti, dal Translohr al Phileas, per approdare ad una mastodontica rete filoviaria esercitata con mezzi diesel elettrici; il tutto durato sei anni e mezzo tra chiacchiere inconcludenti, trionfalistici proclami, convegni, discussioni, liti, comitati anti e pro. Supponiamo, anche se nessuna voce si è levata in proposito, che sia naufragata anche quell'altra ridicolaggine della funivia EUR-Magliana.
25 luglio. Anche se il trasporto su rotaia di Roma non gode buona salute, è una consolazione vedere che i lavori del capolinea dei tram alla stazione Termini procedono celermente e che da qualche parte si parla anche di predisposizione per il futuro capolinea dell'8 (ma non ci illudiamo troppo: aspettiamo a gioire). L'unica nota stonata in tutta la faccenda è il silenzio della solita Sovraintendenza alle belle arti: dopo tanto prodigarsi per via Nazionale, per via Cavour non una voce si è levata contro i "deturpanti" fili del tram. Ciò rinforza in noi l'opinione che la presa di posizione contro il tram in via Nazionale fosse in buona parte opportunamente pilotata da altre parti.
16 luglio. Da "Omniroma" del 16 luglio.
Il servizio della linea A del metrò è stato bloccato per 10 minuti circa, tra le 18,20 e le 18,30. Secondo quanto comunicato, il disagio è stato provocato da ignoti, che hanno interrotto l'alimentazione elettrica della linea toccando gli interruttori presenti nella stazione di piazza Vittorio. Il servizio alle 18,30 è ripreso, con dei rallentamenti.
David Nicodemi osserva: "... ma la linea A ha il medesimo impianto delle abitazioni, per cui basta abbassare la leva per togliere l'alimentazione?...a meno che questi non parlino degli interruttori di emergenza, allora la musica potrebbe cambiare. Fatto sta che dalla lettura del comunicato, si evince che la linea A si spegne come un qualsiasi elettrodomestico".
Ci sarebbe da dire che, come al solito, la sorveglianza è nulla; non bastano più gli idioti graffitari, adesso c'è anche qualcuno che si diverte ad aprire (anzi a toccare) l'interruttore generale. Sempre meglio.
8 luglio. Sembra che abbiano finalmente inizio i lavori per la sistemazione del capolinea tramviario alla stazione Termini, per le linee 5 e 14; se ne parla da anni. Le vetture provenienti da via Napoleone III sarebbero instradate deviando a destra per via Manin fino al capolinea posto in via Giolitti, poco oltre l'uscita della galleria di testa della stazione Termini; ripartendo, passerebbero in via Cavour per deviare a sinistra per via Farini e reimmettersi in via Napoleone III.
Nota. - La pianta che appare sul sito ATAC è del tutto incomprensibile, con una serie di frecce verdi e bleu che si intersecano su tutti i possibili percorsi e in tutte le possibili direzioni.
6 luglio. Dal 5 c.m. è soppressa la tratta Giardinetti-Pantano della ferrovia Roma-Pantano. Siamo così giunti al termine della vergognosa vicenda che vede la distruzione di una ferrovia ricostruita or sono solo due anni con spesa ingente, per far posto ad una metropolitana a) sbagliata nella concezione come tracciato ed esercizio, b) che nella migliore delle ipotesi potrà entrare in servizio non prima di dieci anni. E' una scena alla quale, dopo il cauto risveglio del traposrto su rotaia avuto alla fine del secolo scorso con l'apertura della linea 8, avevamo sperato di non dover più assistere; ma tant'è, le cose sono cambiate, come al solito, in peggio.
Ultime corse sulla Giardinetti-Pantano (A. Tempesta, O.
Cugini)
A questo punto si accettano pronostici sulla data di chiusura del restante servizio, specie per la tratta in via Giolitti, per la quale la precedente amministrazione aveva promesso la rapida soppressione con l'eliminazione delle rotaie che, come è ovvio, danno fastidio ai residenti (ma vadano al diavolo). Stiamo a vedere come si comporta l'amministrazione attuale (ma nutriamo poche speranze, anzi siamo quanto mai pessimistici).
Una nota di David Nicodemi. Una linea che, mentre gli altri parlano, io ho difeso sino alla fine, cercando di far comprendere ai nuovi amministratori del Comune di Roma quanto sia deleteria la parziale chiusura, e come tale decisione ricadrà negativamente sulla stessa Amministrazione; facendogli, inoltre, presente che nel 2011 non sarà aperta neanche la tratta Pantano-Parco di Centocelle per le difficoltà che le talpe troveranno nel realizzare le gallerie -non ci dimentichiamo che alcuni tecnici della soc. Metro C hanno confessato che ci vogliono soltanto 5 anni, salvo complicazioni, per la realizzazione delle opere civili tra Giardinetti e San Giovanni. Ma purtroppo non è servito a nulla, neanche quando gli ho detto di dare un segnale di discontinuità, dato che la C è un'operazione meramente politica di Veltroni. Che dire?
Altre immagini (D. Nicodemi, C. Ferroni)
1 luglio. Sembra sia atto una contesa tra le nostre due massime aziende di trasporto, imperniata su un libretto scritto da due illustri sconosciuti. Ma non farebbero meglio, le nostre due esimie aziende, a cercare di far funzionare le rispettive reti e a ridurre l'enorme disavanzo che presentano?
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rev. 10/02/20